Tra i borghi di Rimini, quello di San Giuliano è senz’altro il più conosciuto perchè reso celebre dalla figura di Federico Fellini, che molto amava questo vecchio angolo della città al di là del porto. Nato intorno all’anno Mille, era l’antico quartiere dei pescatori. Oggi in quelle stradine si può ritrovare l'atmosfera tipica raccontata dal grande regista.
Vale sicuramente la pena fare un giro in quel labirinto di strade e scoprire i murales dedicati al Maestro e ai suoi film, dipinti sulle colorate casette dei borghigiani.
La tradizione dei murales qui nasce fin dai primi anni ’80, in occasione di una delle prime feste ‘de’ Borg’, organizzate per mantenere viva l’anima di questo antico luogo. In quell’occasione, invece di realizzare la consueta mostra fotografica, si decise di affidare il compito di dipingere sui muri delle case i personaggi più rappresentativi del luogo, con l’intento di offrire uno spaccato della realtà del quartiere. Questa tradizione si è mantenuta nel tempo e ora questi originali Murales raccontano la storia del Borgo dal ‘900 ad oggi e nel contempo sono diventati un omaggio al grande Maestro Federico Fellini che ha inserito diversi caratteristici personaggi cittadini nei suoi capolavori cinematografici.
I primi murales furono realizzati sulle case più vecchie, alcuni di questi sono andati perduti o ricoperti da successive ristrutturazioni, altri esistono ancora o si possono vedere negli scatti d’epoca. Proprio in occasione dell’ultima Festa de’ Borg, ovvero «La Festa che non c’è 2020», ne sono nati di nuovi, grazie ad alcuni pittori, che hanno impreziosito le pareti delle case con nuovi dipinti ispirati al grande cineasta riminese. Tra questi, l’opera di Agim Sulaj che ha dipinto un’intera parete, dedicandola a Fellini attorniato da alcuni dei suoi indimenticabili personaggi. O il ‘nonno felliniano’ che esce da una nebbia, immagine rivisitata dall’artista, Kiril Cholakov. Un altro artista che ha arricchito il borgo con nuovi murales è Mauro Dallonda, pittore abituale della Festa borghigiana, richiamato a riproporre i suoi primi dipinti andati ormai perduti.
In questa atmosfera carica di poesia si può approfittare anche per assaporare i sapori tipici della cucina romagnola, grazie ai tanti locali che punteggiano il borgo... a due passi dal ponte di Tiberio e dalla suggestiva Piazza sull' Acqua, dove un altro splendido murale campeggia sulle pareti murarie a fianco del ponte bimillenario. Opera di un importante artista internazionale, Ericailcane, rappresenta il gallo romagnolo e il pavone, due protagonisti della storia della città: il gallo, elemento decorativo molto diffuso considerato il simbolo della Romagna per eccellenza, e il pavone, che si rifà alla sequenza di Amarcord quando apre la propria ruota sulla fontana della Pigna.
Da non perdere anche una passeggiata sul Lungofiume degli Artisti, che si affaccia sul canale del deviatore del fiume Marecchia, un luogo insolito e carico di poesia, da scoprire passeggiando fra i murales che raccontano la storia del luogo - immagini di vita e personaggi legati al mare - e i trabucchi, le caratteristiche casette dei pescatori a palafitta sul mare.
Ma l’arte di strada a Rimini si può trovare anche all’interno di una chiesa, come nel caso della chiesa di San Martino in Riparotta, "affrescata" da Davide Eron Salvadei, artista italiano tra i più affermati esponenti della street art internazionale. Anche se un po’ fuorimano, la chiesa merita una visita. L’opera, che misura più di 50 metri quadri, rappresenta un vero punto di svolta, una rivoluzione dell'iconografia pittorica nella chiesa, consacrando un'arte che fino a poco tempo fa era stata oggetto di un "pregiudizio universale"… Dal 2014 la chiesa ospita anche il primo esempio di iconografia religiosa a fumetti: le sue otto colonne prendono vita illustrate dalla fumettista riminese Mabel Morri sulle quali ha raccontato a immagini gli episodi più importanti della vita di San Martino. (dove si trova: Via S. Martino in Riparotta, 33, Rimini. Aperta la domenica mattina o su appuntamento: 0541.1780516 )