In occasione della giornata della memoria dei giusti dell'umanità, il Teatro degli Atti propone uno spettacolo che, ripercorrendo, per istanti e folgorazioni, la vita di alcuni tra i massimi poeti e scrittori russi del secolo scorso, intende indagare il rapporto tra arte e potere.
Intorno alla Rivoluzione russa – spesso partecipi, comunque acuti osservatori – si muovono alcuni dei più grandi poeti e scrittori del Novecento: Boris Pasternak, Vladimir Majakovskij, Anna Achmatova, Aleksandr Blok, Maksim Gor’kij… Quasi subito, però, la rivoluzione delle arti, dei costumi, dello spirito, anelata dai poeti viene stroncata dall’azione dei governanti.
Da Boris Pasternak, costretto a rifiutare il Nobel per la Letteratura nel 1958 a Vasilij Grossman, il cui romanzo, Vita e destino, di drammatica bellezza, fu sequestrato nel 1962 e pubblicato clandestinamente in Svizzera nel 1980, da Osip Mandel’stam morto nei GULag, nel 1938, mentre “consolava i detenuti cantando le sue traduzioni di Petrarca, vicino al fuoco” a Varlam Salamov, che raccontò l’esperienza delle prigioni russe nei Racconti della Kolyma – che fu obbligato a ritrattare, in una specie di giudizio pubblico medioevale, nel 1972 – lo spettacolo intende raccontare, attraverso letture e suggestioni, un’epoca che ha ucciso i suoi poeti.
Di e con Davide Brullo e Silvio Castiglioni
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