Un ciclo di opere che racconta una visone della realtà “altra”. Senza rinunciare al tema principale della sua ricerca, la strada, e andando alla ricerca di un dialogo, una rilettura che trasforma e riflette sulla lezione della nostra tradizione artistica occidentale, ha cercato di interpretare con il suo linguaggio, il suo gesto, la sua grafia, alcune opere di maestri come Cagnacci, Ingres, Rembrandt, Pittoni, Maffei e tanti altri.
L’esposizione è composta da due diverse ambientazioni. La prima occuperà gli spazi della Manica Lunga al primo piano del Museo, dove troveremo il corpus principale delle opere. La seconda entra a far parte del percorso del Museo (secondo piano) dove troveremo in alcune stanze le opere di Frisoni affiancate a quelle dei maestri antichi. Il Guercino, il Cagnacci, il Pittoni, il Maffei e Murrillo.
Una concessione straordinaria fatta dall’Assessore alla Cultura Massimo Pulini e dal direttore del Museo della Città Maurizio Biordi che permetterà al visitatore di fruire dell’immediato confronto tra originale antico e la sua personalissima “visione” della stessa.
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