Data comunicato: 28 Gennaio 2015
Dichiarazione del sindaco di Rimini
“Siamo tra quelli che pensano che le Olimpiadi a Roma e in Italia nel 2024 siano una grande occasione di rilancio. Il mio ottimismo viene dal vedere ogni giorno quanta forza ha il richiamo dell’Italia nel mondo, come ci ha ricordato qualche giorno fa anche il Country Brand Index, la classifica annuale dei brand Paese, dove l’Italia, pur perdendo posizioni su molti fronti, nell'indicatore che prende in esame Turismo e Cultura, ci vede al primo posto, senza flessioni da quando esiste questa classifica ormai decennale.
Ci iscriviamo dunque tra le fila di quelli che ritengono la candidatura della capitale ai giochi del 2024 una occasione, ‘una scommessa per non morire’ o, più prosaicamente, un’operazione per certi versi keynesiana, vale a dire di investimento pubblico per rilanciare l’intero sistema Italia. Non solo: la sfida che si ha davanti è quella di una generazione che non può arrendersi alla ‘inevitabilità’ degli scandali a stoppare ogni iniziativa di respiro internazionale. Se ci chinassimo a questa logica faremmo il gioco del malaffare, della criminalità, delle tangenti. Ai danni di un Paese che non avrebbe più strumenti, spirito e entusiasmo per risollevarsi.
Il nuovo format è quello di giochi Olimpici diffusi e non più raggrumati in una sola sede, con tutti i problemi che ciò comporta. Il via libera del Comitato olimpico internazionale ad aprire a “sconfinamenti” territoriali che diano la possibilità ad altre città di aspirare ad ospitare gare eliminatorie anche al di fuori della città delle Olimpiadi potrebbe rivelarsi lo schema vincente per i Giochi del 2024.
La rivoluzione, impensabile soltanto pochi anni fa, a mio modo di vedere è una scelta azzeccata sia per il contenimento dei costi (si utilizzerebbero in parte impianti già esistenti) che per il coinvolgimento nell’impresa di tutto il territorio nazionale.
Roma al centro di un cerchio. Poi altre città come raggi.
Un modello che abbiamo condiviso con l’esperienza di EXPO, che vuol dire per noi avere una finestra spalancata sui talenti italiani, le eccellenze di un fitto reticolato di vie ideali che si irraggia da Milano e promuove l’intero Paese in ambito internazionale.
EXPO non può essere isolato e/o snobbato dal resto d’Italia.
Cosa che Rimini ha cercato e cerca di portare avanti attraverso progetti che, come raggi, partono dal ‘sole’ evento principale e ci vedono protagonisti.
Come Emilia Romagna e come Rimini dobbiamo cercare di essere protagonisti di Expo così come di questa nuova ‘scommessa’ olimpica. L’Emilia Romagna partecipando al tavolo di confronto con il Governo, proponendo gli impianti per alcune discipline sportive che potrebbero svolgersi a Bologna (penso a basket e calcio, in particolare) e proponendo territori come il nostro che, per capacità ricettiva e eccellenze turistiche, può davvero diventare uno dei punti di riferimento nel 2024 per milioni di visitatori.
La Città di Rimini e la Regione Emilia Romagna devono fare squadra e iniziare a giocare la partita verso Roma 2024 e candidarsi per proporre quel binomio turismo e sport sempre abusato ma poco praticato.
In questo senso, se la candidatura di Roma e dell’Italia andranno a buon fine, avremo almeno 6 anni per completare a Rimini gli interventi di riqualificazione urbana progettati e/o già in atto: dal lungomare al mare, alla mobilità, dobbiamo ancor più accelerare su questi processi, avendo davanti anche la possibilità di giocare un ruolo nell’eventualità dell’assegnazione alle Olimpiadi. Dai resoconti giornalistici odierni, all’indomani dell’annuncio della candidatura di Roma, pare emerga come le ipotesi organizzative in campo disegnino un quadrilatero mediterraneo tra Roma, Firenze, Sardegna e Napoli. Perché allora non coinvolgere la parte più orientale del Mediterraneo, cioè quella adriatica, che tra le altre cose potrebbe avere anche l’atout della sinergia con un altro Stato come la Repubblica di San Marino?
Ripeto, non dobbiamo approcciare il problema con l’intento di costruire a Rimini nuovi impianti sportivi ma preparando il nostro territorio a presentarsi al meglio all’appuntamento, valorizzando la nostra piattaforma di ospitalità e ricettività unica in Italia”.
Ci iscriviamo dunque tra le fila di quelli che ritengono la candidatura della capitale ai giochi del 2024 una occasione, ‘una scommessa per non morire’ o, più prosaicamente, un’operazione per certi versi keynesiana, vale a dire di investimento pubblico per rilanciare l’intero sistema Italia. Non solo: la sfida che si ha davanti è quella di una generazione che non può arrendersi alla ‘inevitabilità’ degli scandali a stoppare ogni iniziativa di respiro internazionale. Se ci chinassimo a questa logica faremmo il gioco del malaffare, della criminalità, delle tangenti. Ai danni di un Paese che non avrebbe più strumenti, spirito e entusiasmo per risollevarsi.
Il nuovo format è quello di giochi Olimpici diffusi e non più raggrumati in una sola sede, con tutti i problemi che ciò comporta. Il via libera del Comitato olimpico internazionale ad aprire a “sconfinamenti” territoriali che diano la possibilità ad altre città di aspirare ad ospitare gare eliminatorie anche al di fuori della città delle Olimpiadi potrebbe rivelarsi lo schema vincente per i Giochi del 2024.
La rivoluzione, impensabile soltanto pochi anni fa, a mio modo di vedere è una scelta azzeccata sia per il contenimento dei costi (si utilizzerebbero in parte impianti già esistenti) che per il coinvolgimento nell’impresa di tutto il territorio nazionale.
Roma al centro di un cerchio. Poi altre città come raggi.
Un modello che abbiamo condiviso con l’esperienza di EXPO, che vuol dire per noi avere una finestra spalancata sui talenti italiani, le eccellenze di un fitto reticolato di vie ideali che si irraggia da Milano e promuove l’intero Paese in ambito internazionale.
EXPO non può essere isolato e/o snobbato dal resto d’Italia.
Cosa che Rimini ha cercato e cerca di portare avanti attraverso progetti che, come raggi, partono dal ‘sole’ evento principale e ci vedono protagonisti.
Come Emilia Romagna e come Rimini dobbiamo cercare di essere protagonisti di Expo così come di questa nuova ‘scommessa’ olimpica. L’Emilia Romagna partecipando al tavolo di confronto con il Governo, proponendo gli impianti per alcune discipline sportive che potrebbero svolgersi a Bologna (penso a basket e calcio, in particolare) e proponendo territori come il nostro che, per capacità ricettiva e eccellenze turistiche, può davvero diventare uno dei punti di riferimento nel 2024 per milioni di visitatori.
La Città di Rimini e la Regione Emilia Romagna devono fare squadra e iniziare a giocare la partita verso Roma 2024 e candidarsi per proporre quel binomio turismo e sport sempre abusato ma poco praticato.
In questo senso, se la candidatura di Roma e dell’Italia andranno a buon fine, avremo almeno 6 anni per completare a Rimini gli interventi di riqualificazione urbana progettati e/o già in atto: dal lungomare al mare, alla mobilità, dobbiamo ancor più accelerare su questi processi, avendo davanti anche la possibilità di giocare un ruolo nell’eventualità dell’assegnazione alle Olimpiadi. Dai resoconti giornalistici odierni, all’indomani dell’annuncio della candidatura di Roma, pare emerga come le ipotesi organizzative in campo disegnino un quadrilatero mediterraneo tra Roma, Firenze, Sardegna e Napoli. Perché allora non coinvolgere la parte più orientale del Mediterraneo, cioè quella adriatica, che tra le altre cose potrebbe avere anche l’atout della sinergia con un altro Stato come la Repubblica di San Marino?
Ripeto, non dobbiamo approcciare il problema con l’intento di costruire a Rimini nuovi impianti sportivi ma preparando il nostro territorio a presentarsi al meglio all’appuntamento, valorizzando la nostra piattaforma di ospitalità e ricettività unica in Italia”.