Le sale quattrocentesche di Castel Sismondo si preparano ad accogliere nuove mostre di grande prestigio dal 23 ottobre 2010 al 27 marzo 2011.
Si potranno ammirare due grandi mostre: “Parigi. Gli anni meravigliosi. Impressionisti contro Salon” e “Caravaggio e altri pittori del Seicento. Capolavori dal Museo di Hartford”. Completano l'offerta espositiva ‘Gianquinto. Opere rare 1959-2003’ e due rassegne dedicate a Nunziante e Ciarrocchi. Un fittissimo programma con oltre 110 opere che porta nuovamente Rimini alla ribalta della scena artistica nazionale.
Quale pretesto migliore per offrirsi un inaspettato weekend a Rimini fra i gioielli d’arte del suo centro storico e il mare d’inverno?
L’autunno è il periodo ideale per scoprire questa Rimini che non ti aspetti, fra itinerari alla scoperta dei segni della romanità (come il Ponte di Tiberio o l’Arco d’Augusto), fonte d'ispirazione per l'architettura rinascimentale (come il capolavoro del Rinascimento italiano, il Tempio Malatestiano), abbinati magari a gustose tappe nei ristoranti della città per assaporare i piatti tipici romagnoli: non si può partire da Rimini senza prima aver assaggiato una vera piadina riminese.
E poi ancora shopping di qualità a prezzi contenuti, locali di tendenza per un aperitivo (come il noMi, il lounge bar dell'Hotel Duomo firmato dall’archistar Ron Arad (via Giordano Bruno 28, tel. 0541.52.367), a pochi passi dal Corso d’Augusto.
Ecco alcune tappe da non perdere se decidete di approfittare della mostra a Castel Sismondo per visitare il centro storico di Rimini
La Domus del chirurgo
Ad appena due anni dalla sua apertura questa piccola Pompei riemersa dal buio dei secoli nel cuore della città ha superato già i 150mila ingressi. Un successo che ne fa una delle principali attrazioni turistico culturali della città. A fare il giro del mondo, l’importanza del ritrovamento archeologico del tutto eccezionale che qui è stato rinvenuto: il più ricco corredo chirurgico del mondo romano a noi noto.
E una suggestiva scenografia ove scorrono 2000 anni di storia in una cornice disegnata con i più attuali criteri della musealizzazione.
Ad aprirsi agli occhi del visitatore è un'area archeologica di 700 mq. che ha restituito gli strumenti del lavoro di un chirurgo che operava all'interno di un'abitazione di Ariminum del III secolo, destinata in parte all'esercizio della professione medica e farmaceutica. Uno scavo che l'opera architettonica protegge e valorizza, offrendolo allo sguardo dei passanti. La struttura si inserisce nello spazio urbano integrandosi nel giardino della piazza Ferrari: al suo interno un sistema di passerelle trasparenti, sospese sulle strutture antiche, ne consente un'agile lettura. Il caso ha voluto che la Domus si trovi proprio accanto al Museo, di cui fa parte integrante completandone il percorso.
Museo della Citta'
In via L. Tonini, 1, accanto alla Chiesa del Suffragio, ospitato nel settecentesco collegio dei Gesuiti (per info tel. 0541.21482), il Museo della Città raccoglie il passato di Rimini. È una miniera di meraviglie e curiosità. Ci sono le piccole pedine che venivano usate come biglietti di ingresso all’Anfiteatro, statuine di gladiatori. Gruzzoli di spiccioli dell’epoca romana, sfarzosi mosaici, anfore e laterizi delle fornaci di argilla aperte dai primi imprenditori riminesi. Vi sono esposte le opere della Pinacoteca, ove si possono ammirare dipinti, sculture e ceramiche, arazzi e oreficerie, l'imponente affresco con il Giudizio Universale proveniente dalla chiesa di Sant'Agostino, i capolavori della Scuola Riminese del Trecento, il raffinato Crocifisso di Giovanni da Rimini e il prezioso polittico di Giuliano da Rimini, vasellame e boccali decorati con stemmi malatestiani, preziose tavole dell'età d'oro della signoria dei Malatesta commissionate ad artisti di grande fama quali: Giovanni Bellini, Domenico Ghirlandaio, Agostino di Duccio, Pisanello e Matteo de' Pasti, Guido Cagnacci, il Centino, il Guercino e Simone Cantarini. Il cortile interno ospita il Lapidario romano con un'ampia raccolta di iscrizioni dal I sec. a.C al IV d.C. Uno spazio permanente è dedicato alla splendida produzione grafica di Renè Gruau, artista riminese che per oltre 70 anni ha operato nel campo dell'illustrazione di moda. Recentemente è stata aperta la prima sezione del Museo Archeologico, dedicata alla Rimini imperiale del II e III secolo, con particolare risalto alla Domus di Palazzo Diotallevi, celebre per il mosaico delle barche, e alla Domus di piazza Ferrari, nota per il ricchissimo strumentario del medico-chirurgo.
Il borgo San Giuliano
Oggi a Rimini se si parla di “borgo” s’intende soprattutto quello di San Giuliano, sulla sponda settentrionale del fiume Marecchia, separato dal centro storico dal Ponte di Tiberio. Nato intorno all’anno Mille, era l’antico quartiere dei pescatori. Oggi le case qui sono alle stelle ed è un piacere passeggiare fra e sue stradine e piazzette, classico esempio di antica edilizia popolare, povera, di sapore medievale, ma perfettamente ristrutturate: muri color pastello spesso decorati da grandi murales, vasi di fiori sui balconi. Un buon ingresso può essere la piccola via Marecchia. Si passeggia nel silenzio (la zona è isola pedonale) in un’atmosfera carica di poesia. Si dice che il Borgo San Giuliano fosse il luogo preferito di Federico Fellini e Giulietta Masina.. Merita una visita la chiesa di San Giuliano, di sapore palladiano, antica abbazia benedettina (IX sec.) che la tradizione vuole eretta su un tempio pagano. Non solo perché fra le varie opere c’è anche un dipinto di Paolo Veronese: il Martirio di San Giuliano (è sull’altare maggiore). Ma anche perché proprio sotto la grande tela c’è un sarcofago di marmo di età romana: si dice che contenga le spoglie del giovane santo istriano torturato dal proconsole Marciano. La tradizione narra che il sarcofago si arenò misteriosamente sulla spiaggia di Rimini, proveniente dalla Dalmazia. Da allora in quel punto sgorga una fonte di acqua miracolosa: la Sacramora, cioè la sacra dimora. Da sempre la chiesa è meta di pellegrinaggio. Il Borgo San Giuliano ha una caratteristica particolare: l’interesse a coltivare e custodire la propria storia, anche quella piccola e vicina nel tempo. C’è una storia di orgoglio nel definirsi “borghigiani”, legato anche a questa memoria continuamente rinnovata. Ogni due anni nel mese di settembre qui si tiene la Festa de’ borg: un appuntamento immancabile per riminesi e non.
Tempio Malatestiano
Via IV Novembre. È un’intensa storia d’amore quella che racconta il Tempio Malatestiano (1450), capolavoro del Rinascimento italiano. L’amore è quello fra Sigismondo e la sua giovanissima amante diventata poi la terza e ultima moglie Isotta Degli Atti. Sigismondo fece realizzare quest’opera (prima rimaneggiando, poi demolendo una chiesa francescana) con l’idea che dovesse diventare un mausoleo per sé e per Isotta. Candido e ieratico con la facciata di marmo, firmata da un gigante della storia dell’architettura, Leon Battista Alberti, il Tempio Malatestiano contiene una serie di cappelle e di tesori: un Crocefisso di Giotto, un affresco di Piero della Francesca, i preziosi bassorilievi degli angeli che suonano su sfondo blu. La particolarità del Tempio Malatestiano è che per la prima volta, in piena filosofia rinascimentale, non si celebra solo Dio, ma piuttosto un uomo, Sigismondo. Un uomo che però cadde in disgrazia. Il suo sogno, il progetto non fu mai concluso. Ma è un incompiuto splendido.
La Rimini di Fellini
Rimini è anche il grande cinema. È il mondo fantastico di Federico Fellini. Nei film del regista (nato a Rimini il 20 gennaio 1920) il passato riminese ricorre di continuo: le piazze Cavour e Tre Martiri che diventano quelle di Amarcord (“mi ricordo”, in dialetto), il cinema Fulgor nel Corso che rivive in Roma e Amarcord, la spiaggia con le cabine della “Città delle Donne”, i portici e le panchine dei Vitelloni, il Grand Hotel. Federico Fellini - Hollywood gli ha tributato ben 5 Oscar - aveva un rapporto combattuto e viscerale con Rimini dove ha chiesto di riposare per sempre. Ora il Maestro non c’è più, se ne è andato il 31 ottobre del 1993. Ma la sua memoria è custodita dalla Fondazione Fellini che nella sua nuova sede, in via Nigra 26, ha aperto le porte della Casa Museo Fellini: un’occasione per scoprire un Fellini più intimo: le sue letture, i suoi disegni, i costumi di scena, le foto dei set (ingresso gratuito, aperta al pubblico il sabato, la domenica e tutti gli altri giorni festivi dell'anno, dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 19. Gli uffici sono invece operativi dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17, info: Tel 0541. 50085- 50303 – www.federicofellini.it ). C’è tanta Rimini nei film di Fellini, anche se le scene erano sempre ricostruite a Cinecittà o altrove. Per scoprirle si può partire subito da Parco Fellini dove si affaccia il candido Grand Hotel. Volendo, si può dormire nella suite Fellini (la sua preferita) o prenotare una cena a base del menù Fellini (tel. 0541.56000). Le tappe successive saranno il porto e la “palata” dove i Vitelloni filosofeggiavano stancamente in una Rimini invernale e dove il motociclista di Amarcord veniva a “sgasare”. Anche il treno (metafora del viaggio) e la stazione appaiono spesso nelle storie di Fellini: l’originale è in piazza Battisti. Ci sono poi le varie case dove abitò la famiglia Fellini. Lo stesso regista non si ricordava della sua primissima dimora (in via Fumagalli), ma solo che suo padre un giorno gli indicò vagamente una strada dicendo che là lui era nato.
La vecchia pescheria e i luoghi del divertimento
Sono due i cuori pulsanti della ‘movida’ riminese che, a seconda delle stagioni, accendono il divertimento notturno: la zona del porto e di Marina centro, con gli street bar e i locali sulla spiaggia, e le piazzette e le viuzze del centro storico dietro la ‘Vecchia Pescheria’, ogni sera si ritrovano migliaia di giovani per un aperitivo, uno spuntino, un concerto, un incontro. Il fascio della pescheria vecchia è dato dal perfetto connubio fra fascino della storia e meeting point di tendenza: cantinette, pub, ristorantini, tavoli all’aperto, luci di candele. La zona della Pescheria Vecchia, nel cuore del centro storico, è un po’ la Montmartre di Rimini. Fra piazzette medioevali e vicoli romantici si svolge la vita notturna della gioventù riminese. Si cena sotto le stelle in una piazzetta secolare o si beve qualcosa chiacchierando sotto un colonnato candido. Tutto succede intorno alla Pescheria Vecchia (che si affaccia su piazza Cavour) con i suoi banconi di marmo settecenteschi. Qui sono nate tante tendenze poi esportate nel resto d’Italia: dal finger food alle miniportate sui bicchierini o sui cucchiai decorati. Per chi ha voglia di incontrare o conoscere gente la Pescheria Vecchia è un approdo giusto 12 mesi all’anno. Una moda esplosacon l’apertura della sede riminese dell’Università di Bologna che ha portato da tutta Italia oltre 6000 studenti(www.polorimini.unibo.it ). Una curiosità: nella poetica piazzetta Gregorio da Rimini c’è il più antico negozio di libri della città: la Libreria Riminese (che in estate è aperta anche la sera) e al numero 4 la casa dove abitava lo studente liceale fuori sede Giovanni Pascoli (1855).