L’amicizia con Marcello Mastroianni e quella con Alberto Sordi, le incomprensioni con Aldo Fabrizi e Pier Paolo Pasolini, la rottura con Ennio Flaiano, l’ammirazione per Roberto Rossellini e la rivalità con Luchino Visconti: del racconto di questi incontri e di molti altri, quasi a comporre il ritratto non solo di un uomo ma di un pezzo della cultura italiana del Novecento, è intessuto Segreti e bugie di Federico Fellini, il libro che l’autore, lo scrittore Gianfranco Angelucci, presenterà venerdì 6 dicembre, alle ore 21, alla sala del Giudizio del Museo della Città.
Non è una “biografia ragionata”, non ne ha né ne vuole avere l’ordine e la sistematicità, ma si offre come uno “zibaldone” di annotazioni che procede per intuizioni, per associazioni sentimentali, per improvvisi scarti della memoria. Dà l’impressione di scivolare sulla superficie degli eventi, di scorrere tra aneddoti e indiscrezioni, di perdersi seguendo le tracce di una confidenza o di una suggestione, per poi, improvvisamente, riannodare i fili del discorso e immergere il lettore nel cuore del cinema di Fellini e mostrarne degli aspetti, anche privati, inattesi e illuminanti. E’ un libro rabdomantico, “amorevole”, pieno di affetto e gratitudine, scritto da chi sa di aver avuto il privilegio di condividere gli anni della propria formazione con il più grande artista del Novecento.
Assieme ad Angelucci, amico di Fellini per oltre vent’anni e suo sceneggiatore in Intervista, interverrà lo scrittore riminese, ma da anni trapiantato a Milano, Marco Missiroli, premio Campiello opera prima con Senza coda e il cui ultimo romanzo, Il senso dell’elefante, è in parte ambientato in una Rimini molto felliniana, come se la memoria di Amarcord continuasse a fecondare l'immaginario urbano di ogni riminese, anche se nato anni dopo il 1973, tale è (ed è stata) la potenza visionaria di quel film.
A inframezzare la conversazione, la lettura, da parte dell'attore Pier Paolo Paolizzi, di alcuni passi del libro.
L'incontro con Gianfranco Angelucci e Marco Missiroli inaugura l’ultimo fittissimo mese del Secondo tempo del Fellinianno 2013. A questo appuntamento seguiranno: domenica 15 dicembre (Teatro degli Atti, ore 21) la proiezione de L’altro Fellini, il documentario di Stefano Bisulli e Roberto Naccari dedicato a Riccardo, il fratello più piccolo di Federico; venerdì 20 dicembre (Cineteca, ore 20.30), in occasione del quarantesimo anniversario della “prima” riminese di Amarcord, Gianfranco Miro Gori con Asarcurdem: il dialetto di Fellini e Guerra introdurrà la visione del film; sabato 21 dicembre (Domus del Chirurgo, ore 21), sarà la volta della conferenza-spettacolo, curata da Loris Pellegrini, Le lingue di Federico, evento targato, come il precedente, “Lingue di confine”; e infine, nella notte di San Silvestro, oltre all’apertura straordinaria di “Fellini all’opera” (Teatro Galli) e “I disegni di Federico Fellini dal Libro dei sogni” (Palazzo del Podestà), le due mostre allestite fino al 20 gennaio, giorno del compleanno del regista, si riaccenderanno ancora una volta le luci del cinema Fulgor e, tra le sue quinte in ristrutturazione, riprenderanno vita i protagonisti dei capolavori del Maestro, trasformando un semplice cantiere in un fantasmagorico teatro del sogno.
Non è una “biografia ragionata”, non ne ha né ne vuole avere l’ordine e la sistematicità, ma si offre come uno “zibaldone” di annotazioni che procede per intuizioni, per associazioni sentimentali, per improvvisi scarti della memoria. Dà l’impressione di scivolare sulla superficie degli eventi, di scorrere tra aneddoti e indiscrezioni, di perdersi seguendo le tracce di una confidenza o di una suggestione, per poi, improvvisamente, riannodare i fili del discorso e immergere il lettore nel cuore del cinema di Fellini e mostrarne degli aspetti, anche privati, inattesi e illuminanti. E’ un libro rabdomantico, “amorevole”, pieno di affetto e gratitudine, scritto da chi sa di aver avuto il privilegio di condividere gli anni della propria formazione con il più grande artista del Novecento.
Assieme ad Angelucci, amico di Fellini per oltre vent’anni e suo sceneggiatore in Intervista, interverrà lo scrittore riminese, ma da anni trapiantato a Milano, Marco Missiroli, premio Campiello opera prima con Senza coda e il cui ultimo romanzo, Il senso dell’elefante, è in parte ambientato in una Rimini molto felliniana, come se la memoria di Amarcord continuasse a fecondare l'immaginario urbano di ogni riminese, anche se nato anni dopo il 1973, tale è (ed è stata) la potenza visionaria di quel film.
A inframezzare la conversazione, la lettura, da parte dell'attore Pier Paolo Paolizzi, di alcuni passi del libro.
L'incontro con Gianfranco Angelucci e Marco Missiroli inaugura l’ultimo fittissimo mese del Secondo tempo del Fellinianno 2013. A questo appuntamento seguiranno: domenica 15 dicembre (Teatro degli Atti, ore 21) la proiezione de L’altro Fellini, il documentario di Stefano Bisulli e Roberto Naccari dedicato a Riccardo, il fratello più piccolo di Federico; venerdì 20 dicembre (Cineteca, ore 20.30), in occasione del quarantesimo anniversario della “prima” riminese di Amarcord, Gianfranco Miro Gori con Asarcurdem: il dialetto di Fellini e Guerra introdurrà la visione del film; sabato 21 dicembre (Domus del Chirurgo, ore 21), sarà la volta della conferenza-spettacolo, curata da Loris Pellegrini, Le lingue di Federico, evento targato, come il precedente, “Lingue di confine”; e infine, nella notte di San Silvestro, oltre all’apertura straordinaria di “Fellini all’opera” (Teatro Galli) e “I disegni di Federico Fellini dal Libro dei sogni” (Palazzo del Podestà), le due mostre allestite fino al 20 gennaio, giorno del compleanno del regista, si riaccenderanno ancora una volta le luci del cinema Fulgor e, tra le sue quinte in ristrutturazione, riprenderanno vita i protagonisti dei capolavori del Maestro, trasformando un semplice cantiere in un fantasmagorico teatro del sogno.