Rimini attraverso gli scatti di Minghini

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015

La città di Rimini raccontata attraverso gli scatti di Davide Minghini. Verrà inaugurata sabato 25 ottobre alle 17, nel Palazzo del Podestà di Rimini in piazza Cavour, la mostra "DAVIDE MINGHINI, Fotografo in Rimini". 

Davide Minghini, fotocronista de "Il Resto del Carlino" dal Dopoguerra fino alla scomparsa nel 1987, ci consegna una documentazione vastissima sulla città e sugli aspetti noti e meno noti implicati nel suo ruolo di capitale internazionale delle vacanze. Più che alle suggestioni delle immagini legate alla cronaca o alla storia di un periodo ormai mitico, la mostra rende omaggio al Minghini fotografo per sé, o per una ristretta cerchia di estimatori, fra cui Federico Fellini, per il quale, durante la realizzazione di Amarcord, Minghini produce scatti di luoghi e di volti in città e ritratti dal set a Cinecittà. Sono circa 150 le fotografie esposte, raggruppate nelle due sezioni Diario sentimentale di un riminese e Per il film.

Diario sentimentale di un riminese è il titolo attribuito a una delle due parti espositive, con la dichiarata intenzione di sottolineare lo sguardo affettuoso e complice con cui il fotografo descrive la città, la sua gente, il suo entroterra. Minghini appartiene a quella parte della città che cerca di far convivere la modernità e il cosmopolitismo con la lentezza e le malinconie della vita provinciale e che sente la Romagna come una patria. La sua storia visiva appartiene al racconto della generazione che ha visto Rimini prima che il traffico ne aggredisse le strade e ne cambiasse il paesaggio, che la guerra e la modernizzazione cancellassero i segni del suo passato.

Per il film è la sezione dedicata ad Amarcord, il grande racconto felliniano che "ricorda" e reinventa la città. Le immagini della Rimini reale, che il regista ha commissionato al fotografo riminese, stanno accanto a quelle della città inventata, che Minghini riprese durante una visita a Fellini sul set (rimangono di tale evento solo 546 fotogrammi), nel giorno in cui si girava la scena della parata fascista del Natale di Roma. La sezione si chiude sui volti di "candidati" riminesi, alla cui ricerca Mingo, come lo chiamò il Maestro, partecipò nell’estate del 1972 (nell’archivio si conservano centinaia di scatti tutti in formato 18x24).

La "parte felliniana" dell’Archivio Minghini è costituita da una serie di circa 626 positivi, 1985 negativi e 11 lastre opportunamente riordinate per sequenze di scatto, annate, ed eventi che raccontano ogni sporadico ritorno dell’amato-odiato regista alla città natale tra il 1958 e il 1987, le varie occasioni celebrative riminesi e le mostre a lui dedicate unitamente a servizi su e per i suoi film. Ingente è il patrimonio lasciato da Minghini alla Città. Sono circa mezzo milione le immagini che gli eredi hanno inteso lasciare al Comune e che la Biblioteca Gambalunga ha ordinato e sta catalogando e digitalizzando per la loro consultazione in rete in stretta collaborazione con l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. L’esposizione è promossa e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini in collaborazione con il Comune di Rimini e curata dalla Biblioteca Civica Gambalunga, con il patrocinio della Provincia di Rimini e della Fondazione Federico Fellini, la collaborazione di Lancia.

La mostra resterà aperta fino al 30 novembre 2003, con apertura tutti i giorni, 10-13, 16-20, escluso lunedì. Per informazioni e materiali: Biblioteca Gambalunga, Ufficio Fondi Moderni-Archivio Fotografico (0541/51105).