Le precarie condizioni meteo del giorno di inaugurazione della mostra KOH-I-NOOR di Serse Roma, alla Far di Rimini, hanno limitato l'afflusso dei visitatori, riducendo le presenze a duecento “eroi”. Per sopperire a ciò la mostra rimarrà visitabile fino al 9 aprile 2012 e sabato 10 marzo 2012, alle ore 17 è stato organizzato un incontro sul tema del Disegno.
Serse Roma espone alla FAR - Fabbrica Arte Rimini, la nuova galleria d'arte moderna e contemporanea di Rimini.
La mostra, dal titolo KOH-I-NOOR, è quasi una mostra antologica che ripercorre le tappe che hanno portato l'artista veneto, trapiantato per amore a Trieste, ad esporre in tutta Europa ed anche in Cina e negli Stati Uniti.
"Koh-i-Noor" significa "montagna di luce" ed è il nome di un leggendario diamante indiano, scavato 5000 anni fa e conteso dal governo dell'India alla regina d'Inghilterra, ma è anche una marca di matite, ovvero uno dei temi ricorrenti nelle sue opere e il mezzo con cui le realizza. I diamanti, con la loro costruzione per piani geometrici sfaccettati e col loro riverbero, s'accorda perfettamente alla poetica di Serse che da sempre privilegia oggetti inanimati, o architettonici spesso ingigantiti dall'occhio freddo del microscopio, oppure grandi elementi naturali disabitati dall'uomo, come mare e gocce, monti e venature, giardini e cortecce. Lavora soprattutto con luci ed ombre e disegna come fosse un imbalsamatore della visione, dissezionando ogni illusione percettiva prodotta dal diaframma fotografico.
L'incontro di approfondimento con il pubblico sulla mostra di sabato 10 marzo sarà articolato attraverso un confronto di idee tra Massimo Pulini (Assessore alla Cultura del Comune di Rimini), Serse e Riccardo Caldura (docente di Fenomenologia delle arti contemporanee all'Accademia di Belle Arti di Venezia), sui temi aperti dall' esposizione.
Riccardo Caldura si è occupato diverse volte dell'opera di Serse in articoli e saggi.
(...) E' con senso di vertigine che lo sguardo si perde fra i labirinti luminosi creati dalle sfaccettature delle superfici dei Diamanti (Diamonds), serie di lavori prodotti da Serse fra il 2006 e il 2009. La perfezione certosina con la quale questi disegni sono stati eseguiti, restituisce minuziosamente la complessità del gioco della luce sulla struttura delle gemme. Si tratta, come di consueto per questo artista, esclusivamente di disegni su carta, eseguiti a grafite. Nella scala della durezza dei materiali conosciuti, la grafite è uno dei più morbidi. Ma ciò che viene disegnato grazie ad essa è invece una delle sostanze più dure in assoluto: il diamante. Non servono grandi conoscenze in ambito geologico per sapere che entrambe queste due sostanze costituiscono le forme allotropiche più note in cui presenta uno stesso elemento, il carbonio. Quasi che il mezzo con cui quei disegni vengono eseguiti, la grafite, tentasse la sua rappresentazione sublimandosi nella più nobile fra le gemme, seguendo così i modi della trasformazione polimorfica di un medesimo elemento originario. La vertigine che si prova osservando l'accuratezza con la quale vengono restituite le geometrie di luce che si rifrangono sulle facce del diamante, non è data dunque dal solo ammirare l'abilità esecutiva, quanto dalla consapevolezza che viene emergendo fra quegli accuratissimi particolari disegnati a grafite, un aspetto concettuale inerente la struttura stessa dell'immagine.
Dalla vertiginosa analitica del mezzo che viene adoperato per eseguire quei disegni deriva sia una descrizione della forma più preziosa del carbonio, sia una riflessione sulla natura stessa dell'immagine. (...) (Riccardo Caldura, dal testo in catalogo della mostra “Geometriche dissolvenze”, Trieste, 2010),
Orari di apertura 10-13/16-19.30, lunedì chiuso
Ingresso libero
Info: tel. 0541704416/0541704421