Venerdì 9 novembre nella Sala del Giudizio al Museo della Città alle 17.30 sarà presentato in prima nazionale l’ultimo libro di Piero Meldini, Italia. Una storia d’amore, appena uscito per le “Libellule” Mondadori.
A dialogare con l’autore, con il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, saranno Lorella Barlaam ed Ennio Grassi, con letture di Pier Paolo Paolizzi.
Italia. Una storia d’amore è un romanzo breve e fulminante, che si apre con una carrellata quasi cinematografica attraverso una Bologna nitida nel terso sole primaverile.
È la metà d’aprile del 1915, vigilia di quel “giorni radiosi di maggio” di dannunziana memoria in cui l’Italia si inabissò nella Grande Guerra. L’inquadratura stringe su “due distinti signori fra i sessantacinque e i settant’anni” che siedono “a uno dei tavolini d’angolo fra via Rizzoli e via dell’Indipendenza”. L’uno, Domenico, “ha la stazza del granatiere e la pinguedine di una buona forchetta”, l’altro, Achille, più piccolo e magro, dal volto incavato, è vestito di lino chiaro. Un lapsus – una giovane donna che Achille crede di riconoscere, subito disingannato - dà il via alla narrazione. “Sono passati quarant’anni. Un’era geologica e un battito di ciglia. Pensavo, allora, che un giorno potesse valere un secolo.”
È un caldissimo giorno di luglio, intorno al 1875, quello che vale una vita e Achille ripercorrerà, che comincia con viaggio in treno da Bologna e Rimini segnato dall’apparizione di una donna bellissima e misteriosa, Elvira. La loro storia si brucerà in un giorno e una notte appena, ma segnerà l’uomo per la vita. Nell’intersecarsi dei due piani narrativi, tra una Bologna percorsa dalla febbre dei cortei interventisti e la Rimini d’antan del Kursaal appena inaugurato col suo demi-monde e i suoi riti, il “mai più” di un breve incontro d’amore si fa cognizione del tempo, elegia della giovinezza ed epitaffio della Stagione romantica. “Ero giovane, ed erano altri tempi. Ricordi? Le lettere che ci avevano formato; le aspirazioni che nutrivamo: all’arte, all’eroismo, alla gloria, a un amore cieco e fatale come quello dei romanzi…” Con Italia Piero Meldini ha creato una figura femminile viva e indimenticabile; ha resuscitato le prime stagioni balneari di Rimini, evocandone i luoghi e la gente, le mode e i rituali, i colori e le voci; ha narrato una storia tenera, struggente e un po’ retrò. Ma con il veleno nella coda.
Piero Meldini è nato nel 1941 a Rimini, dove è stato dal 1972 al 1998 direttore della Biblioteca Gambalunga. É stato tra i fondatori e tra i collaboratori più assidui della rivista "La Gola" e fa parte della redazione di "Slow", il quadrimestrale del movimento Slow Food. Ha collaborato a vari quotidiani, da "Il Messaggero" a "La Repubblica", a "L'Unità", a "La Voce". Collabora alle pagine culturali de "Il Resto del Carlino", "La Nazione" e "Il Giorno".
Ha scritto un numero imprecisato di saggi di storia contemporanea e locale, sull’alimentazione e la cucina. Ha esordito nella narrativa nel 1994 con L'avvocata delle vertigini (Adelphi), che ha conseguito cinque importanti premi nazionali, tra cui il Premio Bagutta opera prima e il Premio Letterario Chianti. Il suo secondo romanzo, L'antidoto della malinconia (Adelphi, 1996), ha ottenuto il Premio Selezione Campiello, il Premio Vittorini Siracusa e il Premio Catanzaro. Nel 1999 ha pubblicato, sempre da Adelphi, il suo terzo romanzo, Lune e nel 2004 La falce dell’ultimo quarto (Mondadori), finalista al Premio Viareggio e Premio Bigiaretti-Matelica.
Ingresso libero
A dialogare con l’autore, con il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, saranno Lorella Barlaam ed Ennio Grassi, con letture di Pier Paolo Paolizzi.
Italia. Una storia d’amore è un romanzo breve e fulminante, che si apre con una carrellata quasi cinematografica attraverso una Bologna nitida nel terso sole primaverile.
È la metà d’aprile del 1915, vigilia di quel “giorni radiosi di maggio” di dannunziana memoria in cui l’Italia si inabissò nella Grande Guerra. L’inquadratura stringe su “due distinti signori fra i sessantacinque e i settant’anni” che siedono “a uno dei tavolini d’angolo fra via Rizzoli e via dell’Indipendenza”. L’uno, Domenico, “ha la stazza del granatiere e la pinguedine di una buona forchetta”, l’altro, Achille, più piccolo e magro, dal volto incavato, è vestito di lino chiaro. Un lapsus – una giovane donna che Achille crede di riconoscere, subito disingannato - dà il via alla narrazione. “Sono passati quarant’anni. Un’era geologica e un battito di ciglia. Pensavo, allora, che un giorno potesse valere un secolo.”
È un caldissimo giorno di luglio, intorno al 1875, quello che vale una vita e Achille ripercorrerà, che comincia con viaggio in treno da Bologna e Rimini segnato dall’apparizione di una donna bellissima e misteriosa, Elvira. La loro storia si brucerà in un giorno e una notte appena, ma segnerà l’uomo per la vita. Nell’intersecarsi dei due piani narrativi, tra una Bologna percorsa dalla febbre dei cortei interventisti e la Rimini d’antan del Kursaal appena inaugurato col suo demi-monde e i suoi riti, il “mai più” di un breve incontro d’amore si fa cognizione del tempo, elegia della giovinezza ed epitaffio della Stagione romantica. “Ero giovane, ed erano altri tempi. Ricordi? Le lettere che ci avevano formato; le aspirazioni che nutrivamo: all’arte, all’eroismo, alla gloria, a un amore cieco e fatale come quello dei romanzi…” Con Italia Piero Meldini ha creato una figura femminile viva e indimenticabile; ha resuscitato le prime stagioni balneari di Rimini, evocandone i luoghi e la gente, le mode e i rituali, i colori e le voci; ha narrato una storia tenera, struggente e un po’ retrò. Ma con il veleno nella coda.
Piero Meldini è nato nel 1941 a Rimini, dove è stato dal 1972 al 1998 direttore della Biblioteca Gambalunga. É stato tra i fondatori e tra i collaboratori più assidui della rivista "La Gola" e fa parte della redazione di "Slow", il quadrimestrale del movimento Slow Food. Ha collaborato a vari quotidiani, da "Il Messaggero" a "La Repubblica", a "L'Unità", a "La Voce". Collabora alle pagine culturali de "Il Resto del Carlino", "La Nazione" e "Il Giorno".
Ha scritto un numero imprecisato di saggi di storia contemporanea e locale, sull’alimentazione e la cucina. Ha esordito nella narrativa nel 1994 con L'avvocata delle vertigini (Adelphi), che ha conseguito cinque importanti premi nazionali, tra cui il Premio Bagutta opera prima e il Premio Letterario Chianti. Il suo secondo romanzo, L'antidoto della malinconia (Adelphi, 1996), ha ottenuto il Premio Selezione Campiello, il Premio Vittorini Siracusa e il Premio Catanzaro. Nel 1999 ha pubblicato, sempre da Adelphi, il suo terzo romanzo, Lune e nel 2004 La falce dell’ultimo quarto (Mondadori), finalista al Premio Viareggio e Premio Bigiaretti-Matelica.
Ingresso libero