I restauri del Tempio Malatestiano e di Castel Sismondo, entrambi finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, fanno da sfondo alla prestigiosissima mostra dedicata ai Malatesta che la Fondazione stessa, in collaborazione con lAssessorato alla Cultura del Comune di Rimini, i Musei Comunali, la Diocesi di Rimini e le Soprintendenze territoriali, ha in programma dal 3 marzo al 15 giugno 2001.
Ad essere protagonista della spettacolare rassegna sarà lo Splendore dei Malatesta, ovvero ciò che la potente Signoria significò per larte, la scienza, la tecnologia, larchitettura nei territori dominati. Sarà anche loccasione per riaprire il dibattito sulla vicenda storica di un dominio durato tre secoli, esteso, nelletà di Sigismondo Pandolfo Malatesta, su vasti territori della Romagna e delle Marche settentrionali.
La scelta della sede espositiva costituisce un evento nellevento. La mostra sarà infatti allestita a Castel Sismondo, che proprio in questa occasione aprirà, per la prima volta, i battenti al pubblico. Limponente dimora-fortezza, orgoglioso simbolo del potere di Sigismondo Pandolfo che qui visse e morì nel 1468, è di fatto sconosciuta. Il castello venne edificato nei primi anni di governo di Sigismondo, che, con un radicale intervento che si protrasse dal 1437 al 1446, trasformò il preesistente castellare in una dimora degna di un grande signore. Alla sua morte, il grande castello venne declassato a quartier militare e più recentemente in carcere.
Il recupero di Castel Sismondo si è affiancato a quello di un altro straordinario monumento simbolo della Dinastia, il Tempio Malatestiano. Anchesso è legato alla memoria di Sigismondo Pandolfo che, ricorrendo allopera dellarchitetto Leon Battista Alberti, trasformò lantica chiesa francescana nel magnifico Tempio destinato a Pantheon della propria dinastia.
La mostra, curata da Andrea Emiliani e Antonio Paolucci, si offre come una compiuta illustrazione della vicenda quattrocentesca di Rimini, allora capitale dello stato malatestiano. Armature, cimieri, barde da cavallo, armi da difesa e da torneo, gli impressionanti strumenti di assedio ricostruiti secondo i progetti dellepoca, illustrano il potere militare e la vocazione belligerante della Dinastia.
Accanto al potere militare i moderni modelli di macchine ed argani, illustrati dagli antichi manoscritti e dai disegni originali, restituiscono laspetto scientifico e tecnico della cultura fiorita allombra della signoria malatestiana.
Ma la sezione certamente più affascinante della mostra è quella che rievoca la vita e gli svaghi di corte, degni di una signoria illuminata: suppellettili, arredi, maioliche provenienti dal Victoria and Albert Museum di Londra, accostati alle suggestive effigi su monete e medaglie dei membri della dinastia eseguite da Pisanello e Matteo de Pasti, contribuiscono ad illustrare lo stato dellarte nel Quattrocento in terra romagnola e marchigiana.
Questa affascinante ricostruzione, ripercorsa sin dalle sue fondamenta tardogotiche, trova il fulcro espositivo nel grandioso polittico di Michele Giambono e del Maestro di Roncaiette proveniente dal Museo di Fano. A seguire, la fase del pieno Rinascimento Malatestiano eccezionalmente rappresentato dal "San Gerolamo" di Piero della Francesca datato e firmato 1450, proveniente dai Musei di Berlino, e dal rilievo raffigurante "La Madonna con Bambino e due angeli" di Agostino di Duccio eccezionalmente prestato dal Louvre. E ancora il "Cristo nel sepolcro" di Marco Zoppo, la "Madonna dellOrchestra" di Giovanni Boccati (concessi rispettivamente dal Museo di Pesaro e dalla Pinacoteca Nazionale dellUmbria), la "Pietà" del Giambellino, e la Pala del Ghirlandaio, provenienti dai Musei riminesi, opera questultima che idealmente conclude la parabola artistica legata ai Malatesta.
Sala dopo sala, ad essere ricostruita è la vicenda di una dinastia che seppe, quanto poche altre in Italia, affiancare allesercizio anche violento del potere, la passione per la cultura e per il bello.
Pro-memoria e notizie tecniche:
IL POTERE LE ARTI LA GUERRA. Lo splendore dei Malatesta.
Rimini, Castel Sismondo (Piazza Malatesta), 3 marzo - 15 giugno 2001.
Orari: 9 - 19, chiuso i lunedì non festivi.
Ingresso lire 15 mila, ridotti lire 8 mila; ridotto per i residenti nei territori malatestiani: lire 5 mila.
Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini in collaborazione con lAssessorato alla Cultura del Comune di Rimini, i Musei Comunali, la Diocesi di Rimini, la Soprintendenza per i Beni Architettonici ed Ambientali di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e la Soprintendenza per i Beni artistici e Storici di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e con il contributo di SCM Group e CARIM - Cassa di Risparmio di Rimini spa.
Comitato Scientifico presieduto da Andrea Emiliani e Antonio Paolucci.
Mostra a cura di Roberta Bartoli, Angela Donati, Enrico Gamba.
Catalogo Electa.
Per informazioni:
tel. 0541.29192 fax 0541.28660 email fondcarim@iol.it.
Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel.049.663499 fax 049.655098 email esseci@protec.it, in collaborazione con Ufficio stampa Electa: tel. 02.21563250 fax 02.21563314.
Ad essere protagonista della spettacolare rassegna sarà lo Splendore dei Malatesta, ovvero ciò che la potente Signoria significò per larte, la scienza, la tecnologia, larchitettura nei territori dominati. Sarà anche loccasione per riaprire il dibattito sulla vicenda storica di un dominio durato tre secoli, esteso, nelletà di Sigismondo Pandolfo Malatesta, su vasti territori della Romagna e delle Marche settentrionali.
La scelta della sede espositiva costituisce un evento nellevento. La mostra sarà infatti allestita a Castel Sismondo, che proprio in questa occasione aprirà, per la prima volta, i battenti al pubblico. Limponente dimora-fortezza, orgoglioso simbolo del potere di Sigismondo Pandolfo che qui visse e morì nel 1468, è di fatto sconosciuta. Il castello venne edificato nei primi anni di governo di Sigismondo, che, con un radicale intervento che si protrasse dal 1437 al 1446, trasformò il preesistente castellare in una dimora degna di un grande signore. Alla sua morte, il grande castello venne declassato a quartier militare e più recentemente in carcere.
Il recupero di Castel Sismondo si è affiancato a quello di un altro straordinario monumento simbolo della Dinastia, il Tempio Malatestiano. Anchesso è legato alla memoria di Sigismondo Pandolfo che, ricorrendo allopera dellarchitetto Leon Battista Alberti, trasformò lantica chiesa francescana nel magnifico Tempio destinato a Pantheon della propria dinastia.
La mostra, curata da Andrea Emiliani e Antonio Paolucci, si offre come una compiuta illustrazione della vicenda quattrocentesca di Rimini, allora capitale dello stato malatestiano. Armature, cimieri, barde da cavallo, armi da difesa e da torneo, gli impressionanti strumenti di assedio ricostruiti secondo i progetti dellepoca, illustrano il potere militare e la vocazione belligerante della Dinastia.
Accanto al potere militare i moderni modelli di macchine ed argani, illustrati dagli antichi manoscritti e dai disegni originali, restituiscono laspetto scientifico e tecnico della cultura fiorita allombra della signoria malatestiana.
Ma la sezione certamente più affascinante della mostra è quella che rievoca la vita e gli svaghi di corte, degni di una signoria illuminata: suppellettili, arredi, maioliche provenienti dal Victoria and Albert Museum di Londra, accostati alle suggestive effigi su monete e medaglie dei membri della dinastia eseguite da Pisanello e Matteo de Pasti, contribuiscono ad illustrare lo stato dellarte nel Quattrocento in terra romagnola e marchigiana.
Questa affascinante ricostruzione, ripercorsa sin dalle sue fondamenta tardogotiche, trova il fulcro espositivo nel grandioso polittico di Michele Giambono e del Maestro di Roncaiette proveniente dal Museo di Fano. A seguire, la fase del pieno Rinascimento Malatestiano eccezionalmente rappresentato dal "San Gerolamo" di Piero della Francesca datato e firmato 1450, proveniente dai Musei di Berlino, e dal rilievo raffigurante "La Madonna con Bambino e due angeli" di Agostino di Duccio eccezionalmente prestato dal Louvre. E ancora il "Cristo nel sepolcro" di Marco Zoppo, la "Madonna dellOrchestra" di Giovanni Boccati (concessi rispettivamente dal Museo di Pesaro e dalla Pinacoteca Nazionale dellUmbria), la "Pietà" del Giambellino, e la Pala del Ghirlandaio, provenienti dai Musei riminesi, opera questultima che idealmente conclude la parabola artistica legata ai Malatesta.
Sala dopo sala, ad essere ricostruita è la vicenda di una dinastia che seppe, quanto poche altre in Italia, affiancare allesercizio anche violento del potere, la passione per la cultura e per il bello.
Pro-memoria e notizie tecniche:
IL POTERE LE ARTI LA GUERRA. Lo splendore dei Malatesta.
Rimini, Castel Sismondo (Piazza Malatesta), 3 marzo - 15 giugno 2001.
Orari: 9 - 19, chiuso i lunedì non festivi.
Ingresso lire 15 mila, ridotti lire 8 mila; ridotto per i residenti nei territori malatestiani: lire 5 mila.
Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini in collaborazione con lAssessorato alla Cultura del Comune di Rimini, i Musei Comunali, la Diocesi di Rimini, la Soprintendenza per i Beni Architettonici ed Ambientali di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e la Soprintendenza per i Beni artistici e Storici di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e con il contributo di SCM Group e CARIM - Cassa di Risparmio di Rimini spa.
Comitato Scientifico presieduto da Andrea Emiliani e Antonio Paolucci.
Mostra a cura di Roberta Bartoli, Angela Donati, Enrico Gamba.
Catalogo Electa.
Per informazioni:
tel. 0541.29192 fax 0541.28660 email fondcarim@iol.it.
Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel.049.663499 fax 049.655098 email esseci@protec.it, in collaborazione con Ufficio stampa Electa: tel. 02.21563250 fax 02.21563314.