Alla storia e alla fortuna della Cappella Sistina di Michelangelo sarà dedicata la grande mostra del Meeting per lAmicizia fra i Popoli allestita a Castel Sismondo dal 24 agosto al 16 novembre
E il capolavoro di Michelangelo, insieme a quanto prima di Michelangelo si era dipinto, cioè quanto dipinto nel Quattrocento dal Perugino, Botticelli, Ghirlandaio, Signorelli e da altri maestri toscani, loccasione fornita dalla mostra che ci introduce in uno spazio in cui si concentra la storia artistica del Rinascimento: a partire dai frammenti che, dal passato, hanno dato forma allimmaginario contemporaneo, a cominciare dalle celeberrime "mani", icona della "Creazione delluomo" riprodotte ovunque.
Così ha inizio un viaggio lungo seicento anni, che ripercorre la storia del monumento e arriva fino agli ultimi restauri.
Cinque le sezioni in cui si articola la mostra. La prima è dedicata al mito e alla fortuna della Sistina in tutti i campi dellarte e del costume: i documenti di un immaginario che, dal presente, arriva al passato. Sono dipinti del Novecento, manifesti e spezzoni cinematografici, abiti di scena, francobolli, medaglie e carte telefoniche, ceramiche antiche e moderne, mosaici, disegni rinascimentali.
La seconda sezione, dedicata alla storia della cappella, ci accompagna nella comprensione di questo straordinario spazio, ancora oggi sede del Conclave.
Quanto commissionato da Sisto IV della Rovere (1471-1484) papa da cui la cappella prende il nome - è il tema della terza sezione, dedicata ad illustrare la nuova costruzione che vide concentrarsi a Roma, nellultimo quarto del Quattrocento, i maggiori artisti del tempo che la decorarono ad affresco
Cuore della mostra sono le due sezioni successive, dedicate a Michelangelo e alle sue imprese: quella della decorazione della volta, commissionatagli da Giulio II della Rovere nel 1508, e quella più tarda del "Giudizio Universale", compiuta sotto il pontificato di Paolo III (1534-1549),.
Alla luce dei disegni e degli scritti di Michelangelo, si esaminano i motivi e i contenuti delle due grandiose realizzazioni e le complesse iconografie dei dipinti, allinterno di un clima culturale che è tra i più intensi nella storia di Roma, Caput Mundi. Qui, inoltre, un cantiere di lavoro appositamente realizzato, introduce a unadeguata conoscenza delle tecniche pittoriche del Buonarroti.
Lultima sezione è dedicata ai restauri dei dipinti: a partire dallintervento di Daniele da Volterra, incaricato di coprire certi nudi nel 1564, fino al recente restauro che ha permesso il recupero in tutta la sua forza espressiva dellintera decorazione della cappella e che ha reso possibile una più completa conoscenza delle tecniche esecutive dei pittori coinvolti nellimpresa.
Allinterno di uno scenografico apparato, la mostra riunisce unampia documentazione artistica e storica, con prestiti concessi da numerosi musei e collezioni private.
Il tutto al suono della musica, commento a inedite proiezioni che ci permettono di condividere, a un palmo di naso, lintensa commozione che fu di chi, cinquecento anni fa, mise mano genialmente ad una creazione irripetibile.