Il Museo della Città ospita da sabato 12 ottobre all’1 dicembre 2013 la mostra documentaria La navigazione Antica in Adriatico, a cura di Stefano Medas, proposta dalla Provincia di Rimini all’interno del progetto europeo AdriaMuse e presentata al pubblico nell’ambito dell’ultima edizione del Festival del Mondo Antico (21 giugno 2013) presso il Club Nautico, sullo sfondo del porto canale di Rimini.
Allestita nel Museo della Città nei mesi di luglio e agosto scorso per offrirne l’incontro con il pubblico estivo, la mostra torna ora nelle sale museali per proporsi anche agli studenti, invitati a un lungo viaggio lungo l’Adriatico e la navigazione antica. Di porto in porto, a iniziare da Ariminum che, all’interno della Sezione archeologica, raccoglie le più significative testimonianze legate al mare e forse al porto romano, la cui prima “fotografia” sembra riprodotta sulla straordinaria scena di rientro delle navi del mosaico dalla domus di palazzo Diotallevi. Quello stesso mosaico che ha ispirato il modellino di una barca di età romana, realizzato da Maurizio Rinaldi e Giuseppe Fugolaro con la consulenza storico-archeologica di Stefano Medas (2013) ed esposto in mostra insieme a materiali gentilmente concessi in prestito dal Museo della Marineria di Cesenatico (un’ancora con il ceppo originale in piombo, e fuso e marre in legno ricostruite e la copia di scandaglio tradizionale cilindrico con incavo alla base).
Supportata dalla pubblicazione dei testi della mostra redatti da Stefano Medas (Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale, Venezia) con Angela Fontemaggi e Orietta Piolanti e la collaborazione di Silvia Lanza (Musei Comunali Rimini), l’esposizione si collega dunque ad Ariminum offrendo spunti per una lettura multidisciplinare dell’Adriatico antico fra storia, geografia, arte e tecnica della navigazione, mitologia, urbanistica. Uno sguardo lungo itinerari che incrociano rotte e segreti della navigazione.
L’Adriatico è un mare caratterizzato da specifiche peculiarità geografiche e ambientali, che ne hanno determinato il ruolo storico attraverso i secoli. La sua forma stretta e allungata lo ha reso da sempre una naturale via di collegamento tra l’Europa continentale e il mondo mediterraneo, rivolta in particolare verso l’Egeo e le regioni orientali.
Due coste relativamente vicine ma profondamente diverse per le loro caratteristiche fisiche lo definiscono in modo netto: a un litorale roccioso con profonde insenature sul versante orientale, costellato da una miriade di isole e isolette (una vera e propria “polinesia”) in cui trovavano facile rifugio gli scafi dei pirati, fa riscontro una costa lineare e sabbiosa, solcata da numerosi corsi fluviali, che già gli antichi non esitavano a definire povera di porti.
Le sue particolari condizioni ambientali lo hanno sempre reso un mare “minaccioso”, non facile da navigare, come ricordano bene le fonti storiche. I venti che soffiano da primo e dal secondo quadrante, in particolare quelli che oggi chiamiamo coi nomi di Bora, Levante e Scirocco, possono generare violente tempeste, sollevando onde corte e battenti in grado di mettere in difficoltà anche i naviganti più esperti. Frequenti erano dunque in naufragi sulle coste rocciose dell’Illirico e lungo quelle che si estendevano dall’Apulia alla Venetia, dove le navi si arenavano nei bassifondi antistanti le spiagge.
Una fitta rete di collegamenti di lungo corso in senso nord-sud e tra le due sponde in senso est-ovest ne hanno determinato l’evoluzione storica, coinvolgendo in una prima fase l’elemento locale, quindi aprendosi all’influenza greca e infine al dominio romano, che ha trovato i suoi principali riferimenti nei porti di Dyrrachium, Salonae, Pola, Aquileia, Altinum, Ravenna, Ariminum, Ancona e Brundisium.
Una nota: la città di Pola ha ospitato da agosto la mostra nella sua versione in lingua inglese, nello splendido scenario dell’Anfiteatro romano.
Ripercorrere la storia dell’Adriatico in una mostra ha richiesto necessariamente un lavoro di sintesi, una selezione di argomenti con cui si auspica di fornire un quadro generale dal punto di vista geografico, ambientale, storico e archeologico, a cui si aggiungono riferimenti di tipo prettamente nautico, intesi a sottolineare la peculiarità di una navigazione che, proprio per questo motivo, ha conservato caratteri specifici nel corso del tempo.
La mostra, a ingresso gratuito, è aperta negli orari del Museo della Città.
Per info e prenotazioni: tel. 0541.704421/26/28 e 793851
www.museicomunalirimini.it
Allestita nel Museo della Città nei mesi di luglio e agosto scorso per offrirne l’incontro con il pubblico estivo, la mostra torna ora nelle sale museali per proporsi anche agli studenti, invitati a un lungo viaggio lungo l’Adriatico e la navigazione antica. Di porto in porto, a iniziare da Ariminum che, all’interno della Sezione archeologica, raccoglie le più significative testimonianze legate al mare e forse al porto romano, la cui prima “fotografia” sembra riprodotta sulla straordinaria scena di rientro delle navi del mosaico dalla domus di palazzo Diotallevi. Quello stesso mosaico che ha ispirato il modellino di una barca di età romana, realizzato da Maurizio Rinaldi e Giuseppe Fugolaro con la consulenza storico-archeologica di Stefano Medas (2013) ed esposto in mostra insieme a materiali gentilmente concessi in prestito dal Museo della Marineria di Cesenatico (un’ancora con il ceppo originale in piombo, e fuso e marre in legno ricostruite e la copia di scandaglio tradizionale cilindrico con incavo alla base).
Supportata dalla pubblicazione dei testi della mostra redatti da Stefano Medas (Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale, Venezia) con Angela Fontemaggi e Orietta Piolanti e la collaborazione di Silvia Lanza (Musei Comunali Rimini), l’esposizione si collega dunque ad Ariminum offrendo spunti per una lettura multidisciplinare dell’Adriatico antico fra storia, geografia, arte e tecnica della navigazione, mitologia, urbanistica. Uno sguardo lungo itinerari che incrociano rotte e segreti della navigazione.
L’Adriatico è un mare caratterizzato da specifiche peculiarità geografiche e ambientali, che ne hanno determinato il ruolo storico attraverso i secoli. La sua forma stretta e allungata lo ha reso da sempre una naturale via di collegamento tra l’Europa continentale e il mondo mediterraneo, rivolta in particolare verso l’Egeo e le regioni orientali.
Due coste relativamente vicine ma profondamente diverse per le loro caratteristiche fisiche lo definiscono in modo netto: a un litorale roccioso con profonde insenature sul versante orientale, costellato da una miriade di isole e isolette (una vera e propria “polinesia”) in cui trovavano facile rifugio gli scafi dei pirati, fa riscontro una costa lineare e sabbiosa, solcata da numerosi corsi fluviali, che già gli antichi non esitavano a definire povera di porti.
Le sue particolari condizioni ambientali lo hanno sempre reso un mare “minaccioso”, non facile da navigare, come ricordano bene le fonti storiche. I venti che soffiano da primo e dal secondo quadrante, in particolare quelli che oggi chiamiamo coi nomi di Bora, Levante e Scirocco, possono generare violente tempeste, sollevando onde corte e battenti in grado di mettere in difficoltà anche i naviganti più esperti. Frequenti erano dunque in naufragi sulle coste rocciose dell’Illirico e lungo quelle che si estendevano dall’Apulia alla Venetia, dove le navi si arenavano nei bassifondi antistanti le spiagge.
Una fitta rete di collegamenti di lungo corso in senso nord-sud e tra le due sponde in senso est-ovest ne hanno determinato l’evoluzione storica, coinvolgendo in una prima fase l’elemento locale, quindi aprendosi all’influenza greca e infine al dominio romano, che ha trovato i suoi principali riferimenti nei porti di Dyrrachium, Salonae, Pola, Aquileia, Altinum, Ravenna, Ariminum, Ancona e Brundisium.
Una nota: la città di Pola ha ospitato da agosto la mostra nella sua versione in lingua inglese, nello splendido scenario dell’Anfiteatro romano.
Ripercorrere la storia dell’Adriatico in una mostra ha richiesto necessariamente un lavoro di sintesi, una selezione di argomenti con cui si auspica di fornire un quadro generale dal punto di vista geografico, ambientale, storico e archeologico, a cui si aggiungono riferimenti di tipo prettamente nautico, intesi a sottolineare la peculiarità di una navigazione che, proprio per questo motivo, ha conservato caratteri specifici nel corso del tempo.
La mostra, a ingresso gratuito, è aperta negli orari del Museo della Città.
Per info e prenotazioni: tel. 0541.704421/26/28 e 793851
www.museicomunalirimini.it