Il lusso nel Medioevo fra eccessi e limiti

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015

'Belle vesti, dure leggi. Abiti e proibizioni suntuarie nel Medioevo', è questo il titolo della mostra che verrà inaugurata sabato 12 aprile, alle ore 17.30, nella Sala della Cineteca del Comune di Rimini, a Palazzo Gambalunga (via Gambalunga, 27). L’esposizione intende proporre, con la combinazione di fonti scritte e iconografiche, un contributo alla storia della moda in epoca medievale: la passione per le belle vesti e l'intenzione dei legislatori di disciplinare i lussi. Bozzetti e abiti ricostruiti con rigore ci offrono l'immagine di qualche scampolo di vita in secoli lontani che riconobbero alle vesti molte e rilevanti funzioni: di succedaneo del contante, di segno di privilegio o al contrario di marginalità ma anche di compensazione del ruolo sociale subalterno delle donne.
Promossa dalla Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini con il contributo della Provincia di Rimini, la mostra si avvale della collaborazione dell’Università degli Studi di Bologna - Dipartimento di Paleografia e Medievistica - e del patrocinio dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
Oltre ad alcuni documenti di carattere suntuario, che limitavano cioè gli eccessi nel lusso, di area emiliano-romagnola (statuti, bandi, prammatiche), saranno esposti tessuti del XVI secolo, alcuni vestiti femminili e maschili ricreati sulla base di opere di Piero della Francesca e una serie di bozzetti di vesti femminili in uso fra Tre e Quattrocento, ricavati dall’iconografia coeva e dalle descrizioni di un registro dell’Archivio di Stato di Bologna. Si tratta dell’elenco di vesti che vennero bollate a Bologna nel 1401 in seguito all’emanazione di una nuova legge suntuaria, che proibiva vesti foderate di pelliccia, più larghe di dieci braccia all’altezza dei piedi, dotate di strascico oppure ornate di preziosi ricami. Per chi già le possedeva il legislatore ne previde la denuncia, la bollatura e la conseguente legittimazione all’uso. Questo episodio è uno dei tanti che hanno segnato la storia delle limitazioni che legislatori e predicatori tentarono di imporre nei secoli agli uomini ma soprattutto alle donne.

Ingresso libero
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19; il sabato dalle 9.30 alle 12.30; domenica e festivi chiuso; visite guidate su prenotazione. Info: 0541/27770