Francesco Bocchini firma il manifesto balneare 2012 di Rimini

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015

La firma di Francesco Bocchini per il manifesto balneare 2012 di Rimini

La pagina ingiallita di un vecchio taccuino aperto è la tela evocativa che raccoglie i frammenti di oggetti e immagini che vanno a comporre il nuovo manifesto balneare di Rimini.

C’è il mondo poetico della memoria fantastica nell’opera del pittore e scultore di Gambettola Francesco Bocchini, scelto dall’Amministrazione Comunale per realizzare l’immagine testimonial dell’estate 2012.

Immagini uscite come da un vecchio baule della memoria che richiamano il circo, la storia, la spiaggia di ieri e di oggi, il mare, uniti insieme da un segno sentimentale che evoca quelle giornate d’estate rimaste per tanti ricordo indelebile per tutta la vita.

Come scrive lo stesso autore Nel pensare al manifesto per Rimini che è per me come una sintesi in un'unica immagine di tante suggestioni, è l’idea del taccuino che mi è sembrata essere la più bella ed evocativa. Ho sempre associato Rimini all’esotico e all’eccesso, nel senso più felliniano del termine: al circo, ai luna-park, alle spiagge affollate in estate, agli inverni nebbiosi e alle passeggiate in riva al mare, alla vita notturna, e allo stesso tempo alla storia antica, riconoscibile nella struttura della città e negli importanti monumenti, palazzi e piazze.Tutte queste suggestioni sono rappresentate nei frammenti di immagini e negli oggetti raccolti e fusi assieme come fossero una mappa che descrive più che la geografia, le emozioni, che mi legano alla città di Rimini”.

Dopo il tocco raffinato di René Gruau (2000), le donne in movimento di Gianluigi Toccafondo (2003), la pittura seducente di Milo Manara (2004), il disegno pop di Jovanotti (2005), le atmosfere rarefatte di Luca Giovagnoli (2006), il richiamo ‘tribale’ di Pablo Echaurren (2007), l’interpretazione vintage di Marco Morosini (2008), il gioco di parole di Alessandro Bergonzoni (2009), l’illustrazione ironica di Francesca Ghermandi (2010), il tramonto a vernice spray su tela di Eron, è quest’anno il viaggio nel circo della memoria di Francesco Bocchini a caratterizzare la dedica che la città di Rimini fa a se stessa chiedendo, di anno in anno, ad un artista di interpretarla.

Con questa opera Francesco Bocchini entra ufficialmente a far parte della galleria di grandi personaggi che - dal 2000 ad oggi - hanno rappresentato Rimini dando ideale proseguimento alla celebre tradizione che, dagli anni Venti del XX secolo, ha consentito di annoverare tra i creatori di immagini balneari legate a questa città, artisti del calibro di Marcello Dudovich, Adolfo Busi, Alberto Bianchi, Ugo Nespolo, Milton Glaser, René Gruau.

Il manifesto vuole invitare e dare il benvenuto a Rimini attraverso i manifesti -in affissione a partire dalla fine di maggio al mese di luglio-, le cartoline, la pubblicità e i materiali di informazione turistica realizzati dall’Assessorato al Turismo.

L'opera entrerà a far parte della collezione permanente del Museo Civico della città.


Biografia:

Francesco Bocchini

Viene alla luce a Cesena nel 1969.
Studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna,
facendo tesoro dell’apprendistato dal conterraneo pittore Luciano Comini. Vive a Gambettola,
vicino a Forlì, spostandosi a una manciata
di chilometri nel suo studio, a Sant’Angelo.
Il suo mondo d’origine e di adozione rimane romagnolo, di quella terra fertile di talenti
e di poeti visionari, di lunatici garbati e genialità surreali, di quella stramba umanità descritta
da Fellini e da Tonino Guerra.

Il suo regno è quello delle lamiere che nelle
sue mani si animano, rigenerate di spirito vitale
in meccanismi e installazioni dal grande potere narrativo.
L’approccio dell’artista pare ludico, divertente, disimpegnato in realtà girando la manovella
le sculture sono scosse da un moto schizofrenico
e sussultorio, risvegliando una materia fratturata
e disobbediente, resa nuda nella sua essenza ossidata e nel suo essere oggetto di scarto, miracolato dall’azione artistica.

Si assiste a una sorta di meravigliosa balbuzie:
le opere riprendono vita al tocco umano ma
la loro voce si declina altalenante, incespicante
e ciò nonostante nulla toglie loro, nulla della loro magica epifania.