A Daniele Paci e Gian Luigi Rinaldi il Sigismondo d’Oro 2014

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015
Si svolgerà nella Sala del Giudizio del Museo della Città nel pomeriggio di sabato 20 dicembre, con inizio alle ore 17, la cerimonia di consegna del Sigismondo d’Oro 2014 nell’ambito del “Saluto di Fine anno”. Daniele Paci e Gian Luigi Rinaldi sono i due riminesi che saranno insigniti, durante la cerimonia aperta a tutta la città, della massima onorificenza cittadina, attribuita ogni anno a coloro che attraverso la propria attività celebrano il nome di Rimini.

Gian Luigi Rinaldi ha costruito una leggenda attraverso la sua instancabile attività d’insegnante di basket. Quando si parla di lui, migliaia di ragazze e ragazzi che lo hanno avuto come ‘prof’ e decine di atleti che ha condotto sino al professionismo lo ricordano come un insegnante di grande professionalità e profonda comprensione di un’età complessa come l’adolescenza.

Daniele Paci brillante magistrato, a Rimini sceglieva la direzione ‘ostinata e contraria’ pur di risolvere indagini difficilissime come quella che portò all’arresto dei fratelli Savi. Con la stessa determinazione e il medesimo coraggio non ha esitato a spostarsi in una piazza complessa come Palermo, portando avanti il proprio lavoro con competenza e fortissimo senso etico.


LE BIOGRAFIE

Daniele Paci è nato ad Arezzo il 7 settembre 1959 e la sua famiglia d’origine si è trasferita nella nostra città nel 1962. Primo di cinque fratelli, ha frequentato l’istituto tecnico Roberto Valturio. Nell’ottobre 1982, dimessosi dal Consiglio Comunale di Rimini, assemblea in cui era stato eletto due anni prima, si è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna, Ateneo presso il quale, nel luglio del 1986, si è laureato con lode. Si è sposato nel 1990 con Mariagrazia Zangoli ed è padre di Eleonora nata nel 1994. Nominato magistrato nel marzo 1990 ha ricoperto il primo incarico, nella qualità di Sostituto Procuratore, presso la Procura della Repubblica di Rimini. Nel corso degli anni '90 si è occupato di numerosi procedimenti e indagini tra i quali sinteticamente si ricordano: il procedimento denominato “Romagna Pulita” in cui vennero sottoposti a misura cautelare 102 indagati, l'individuazione degli autori dell'omicidio di Roberto Maranzano avvenuto all'interno della comunità terapeutica di San Patrignano, le indagini relative all'omicidio di Giovanni Pascale (giovane ucciso da un agente della polizia stradale). Con il collega Paolo Gengarelli ha coordinato le indagini relative alla cosidetta “truffa del marmo nero” che causò alle parti offese un danno complessivo di circa 60 miliardi di lire e con la collega Paola Bonetti l'indagine “Long drink” relativa ad una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti in danno dell'erario che portò all'emissione di oltre 60 misure cautelari nei confronti di importanti imprenditori romagnoli, veneti e della Repubblica di San Marino. L’indagine più rilevante che ha condotto è quella culminata con la cattura dei fratelli Savi e dei loro complici noti come i killer della “banda della Uno bianca”. Ha diretto un gruppo investigativo di cui facevano parte l’ispettore Luciano Baglioni e dall’assistente capo Pietro Costanza, ufficiali di polizia giudiziaria che nel novembre 1994 individuarono Fabio Savi. Individuati i componenti della banda, ha contrastato, disponendo oltre duecento accertamenti, la tesi per la quale la banda avesse operato per conto di altre “entità”. Le sentenze definitive emesse dalle Corti di Assise di Bologna, Pesaro e Rimini hanno escluso il concorso di persone rimaste ignote nei delitti commessi dai fratelli Savi. Ha ricoperto il ruolo di Giudice per le indagini preliminari e del dibattimento presso il Tribunale di Pesaro dal settembre 1999 all’ottobre del 2011 e in quel periodo ha redatto la sentenza su una banda di criminali russi, condannati per associazione mafiosa per delitti commessi nei circondari di Pesaro e Rimini. In servizio dall’ottobre 2011 presso la Procura della Repubblica di Palermo, oltre a numerosi procedimenti in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione, si è occupato di indagini relative alle famiglie mafiose operanti nei territori di Bagheria, San Giuseppe Jato e Partinico.

Gian Luigi Rinaldi è nato a Novafeltria il 5 settembre 1934. Nel 1953 ha conseguito il diploma magistrale e in seguito ha frequentato l’ISEF a Roma diplomandosi nel 1956. Si è sposato nel 1961 con Rosanna Zolini ed è padre di tre figlie Gloria, Sonia e Mara. Ha iniziato l’attività di insegnante di Educazione Fisica a Rimini nel 1956 e dal 1959 ha svolto la propria professione alla Scuola media n.1 “A. Panzini” fino al pensionamento avvenuto nel 1997. Durante questo periodo ha organizzato gruppi sportivi, scolastici e non, coinvolgendo i ragazzi delle scuole medie in varie discipline sportive: dall'atletica leggera alla pallavolo alla pallacanestro fino alla pallamano e all'hockey su prato. Ha raggiunto più volte il girone finale Nazionale con il Gruppo Sportivo scolastico del Basket. Per oltre 40 anni, è stato prima Delegato e poi Presidente del Comitato provinciale della Federazione Italiana Pallacanestro occupandosi di vari compiti e ideando e organizzando l'insegnamento della pallacanestro nelle scuole elementari della Provincia di Rimini. Dal 1960 al 2002 ha svolto l’attività di allenatore di Pallacanestro della principale Società sportiva cittadina, ora Crabs. Per decenni ha organizzato tutto il settore giovanile del basket riminese. Nel 1972 ha allenato la Prima Squadra riminese dell’allora “Polisportiva Libertas Rimini” portandola alla promozione dalla serie C alla serie B ed in onore di questo evento così importante per la città di Rimini e per tutto il Basket locale la Libertas gli ha donato una medaglia d’oro. Nel 1974, anche per avviare le tre figlie al basket, ha fondato una squadra femminile che è all’origine dell’attuale società sportiva “Happy Basket”. Dal 1974 al 2012 ha organizzato il settore Mini-basket dei Crabs ed ha continuato ad allenare bambini, ragazzi ed adolescenti e tuttora si mantiene nell'ambiente trasmettendo la sua passione cestistica ai bambini della scuola materna.
Come insegnante ed istruttore di pallacanestro ha allenato migliaia di ragazzi: tutti sono nel suo cuore e tra questi una cinquantina di giocatori sono arrivati a giocare in serie A. Due i più conosciuti: il compianto Luciano Vendemini e Carlton Myers. Ha amato uno per uno tutti i suoi alunni, come pure i suoi giocatori: proprio come insegnante vuole essere riconosciuto: “Insegnante di valori e di vita oltre che di sport”.