Con l’apertura del Palazzo del Fulgor e il completamento di Piazza Malatesta, si compie la consegna del Fellini Museum alla città

Pubblicato il: 13 Dicembre 2021

Con l’inaugurazione del riallestimento a fini espositivi dell’edificio settecentesco in cui a piano terra ha sede il leggendariocinema Fulgor e con l’apertura del “Bosco dei nomi” in piazza Malatesta, si completa il progetto di un polo museale diffuso di nuovissima concezione dedicato al genio di Federico Fellini che lo scorso 19 agosto ha visto inaugurate le sale di Castel Sismondo. Un museo diffuso in tre spazi storici di Rimini: Castel Sismondo, Palazzo del Fulgor e Piazza Malatesta. Un luogo di creatività - inserito dal Ministero della Cultura tra i grandi progetti nazionali dei beni culturali - nel segno della visionarietà felliniana, del cinema e delle arti, in dialogo permanente tra innovazione e tradizione.

È stato proprio a Rimini e proprio nel cinema Fulgor che ha avuto inizio l’avventura felliniana. Qui il giovanissimo Federico ha cominciato ad amare il grande schermo, i film americani, i western, le comiche di Ridolini, Stanlio e Olio, Buster Keaton, Charlot e dei fratelli Marx: il Palazzo del Fulgor è ora il luogo dove cominciare a entrare nella vita e nella cinematografia di Fellini, ripercorrendone le tappe biografiche e creative e approfondendo i suoi progetti e i suoi legami di lavoro, di amore e di amicizia grazie alla possibilità di consultare archivi digitali e strumentazioni interattive o lasciandosi andare alla scoperta di preziosi materiali originali, disegni, manifesti, locandine, libri e riviste d'epoca, film e documenti audiovisivi.
Il Palazzo del Fulgor, dagli spazi più raccolti rispetto a quelli di Castel Sismondo, è luogo deputato all’informazione, allo studio e alla ricerca, aperto a un pubblico che si immagina eterogeneo, fatto di cittadini, studenti, turisti, curiosi, appassionati e ricercatori.
L'immaginario di Fellini vive naturalmente nei suoi film, evocato dai manifesti e dalle locandine originali presenti nella sala al primo piano; ma vive anche nei documenti, testuali e visivi, che parlano delle relazioni, delle fantasie e dei progetti di cui il suo cinema si è nutrito.

Al primo piano il visitatore ha la possibilità, attraverso un Archivio digitale, di muovere i primi passi nel grande repertorio di disegni, lettere e testimonianze che compongono il Fondo Federico Fellini del Comune di Rimini. Materiali digitalizzati che, esposti in parte anche in originale nelle sale dello stesso Palazzo o a Castel Sismondo, possono essere qui visionati e interrogati.

Al secondo piano, nella Stanza delle parole si ascolta la voce intima e autobiografica di Fellini, marca identitaria del suo mito. La sensibilità di Fellini per il fattore fonico e vocale accompagna poi nel plasma luminoso della Casa del mago, dove si incontra il regista che chiede aiuto all’esoterico e cerca contributi mistici in grado di ampliare il suo raggio d’azione poetica. Nel Cinemino si può rivedere l’intera sua opera, e comprenderne l’assoluta importanza a livello internazionale, mentre il Convivio è uno spazio, cinematografico sin nell’arredo, in cui attivare conoscenze felliniane. Spazio appunto conviviale, in cui gli Armadi archivio ci accompagnano nella vita, nelle opere, nelle amicizie di Fellini e le Moviole cittadine consentono attraversamenti e rimontaggi digitali di alcuni estratti dei film del regista riminese. La modalità di accesso ai contenuti rimanda alle classiche moviole cinematografiche e attiva una esperienza diretta e ludica dell’universo felliniano.

Altre visioni felliniane si succedono al terzo piano di Palazzo del Fulgor. Nata ben prima del cinema, la lanterna magica è una fonte d’immaginazione popolare, di alimentazione emotiva e culturale che Fellini ricrea, enorme, nel suo Casanova: nel ventre della balena femmina, dove Casanova incontra la gigantessa, è la lanterna magica a proiettare immagini e disegni di corpi femminili. Lo spettacolo della lanterna si colloca in una prospettiva storiografica che cerca di comprendere i debiti del cinematografo nei confronti di questa sua progenitrice: per Fellini la lanterna magica è uno show capace di inaugurare quella disposizione alla meraviglia e all’invasione interiore da parte di immagini archetipiche sviluppata poi dal cinematografo. Un nugolo di esperienze, sensazioni, racconti emerge quale traccia di una grande mitologia collettiva, sino a lambire gli orizzonti celesti che vediamo nel fascinoso Cielo felliniano, con le dodici costellazioni che richiamano, ancora una volta, la passione di Fellini per il divinatorio, il profetico e l’occulto. Nelle Altane si aprono infine davanti ai nostri occhi altre magie: proiettate sui sottostanti Cinemino e Casa del mago scrutiamo immagini incantatorie e alcune scene madri dei grandi film del maestro riminese.
Il terzo piano è dotato anche di una serie di confortevoli sedute, di uno spazio bar, e di alcune teche espositive.

Ad accogliere i visitatori in piazza San Martino, all’ingresso del Palazzo del Fulgor vi è la grande scultura in jesmonite che effigia la rinocerontessa protagonista di alcune delle scene più potenti e suggestive dell'immaginifico film felliniano E la nave va, oggi simbolo dell’intero polo museale. Una versione più leggera della rinocerontessa si è resa ambasciatrice del Fellini Museum prendendo parte a un Grand Tour d’Italia: agli inizi di settembre la “Rina” - così è stata battezzata dai media che l’hanno seguita in tutti i suoi viaggi – è stata a Venezia, in occasione della Mostra del Cinema, dove ha preso parte al corteo della Regata Storica sul Canal Grande per poi approdare sul red carpet del Lido di Venezia. Successivamente, la rinocerontessa ha partecipato alla sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, dove sino a pochi giorni fa era posizionata presso i Giardini Pensili dell’Auditorium Parco della Musica, nell’area verde fra le sale Petrassi e Sinopoli. Ora è tornata a Rimini, nella splendida cornice del giardino del Grand Hotel.

Piazza Malatesta è l’outdoor di FM – Fellini Museum. È un set a cielo aperto in cui i sogni felliniani si proiettano all’esterno e invadono il centro storico con allestimenti e installazioni che mettono in connessione classicità e contemporaneità. Su questa Piazza dei sogni si disegnano tre aree principali: la panca circolare, il velo d’acqua e il Bosco dei nomi, che ricorda le scene rurali del film Amarcord. I colori (il rosa corallo del centro e il bianco della pietra d’Istria) e i materiali (una combinazione di porfido, marmo e granito) della pavimentazione della piazza s’intonano alle architetture circostanti, mentre un percorso sonoro unisce Castel Sismondo al Palazzo del Fulgor.
Intorno a una panca circolare che misura 17 metri di diametro si irradia una serie di cerchi luminosi. I colori (il rosa corallo del centro e il bianco della pietra d’Istria) e i materiali della pavimentazione (una combinazione di porfido, marmo e granito) s’intonano alle architetture circostanti. La panca circonda una pista circense dorata e illuminata, che richiama il festoso girotondo finale del film 8 e 1⁄2, uno dei più alti inni alla vita, alla solidarietà, alla voglia di stare insieme e al sogno che il cinema abbia mai immaginato.
Un percorso sonoro fatto di voci e di musiche tratte o ispirate ai film di Fellini attraversa il filare di alberi della piazza e arriva al Bosco dei nomi.

Il Bosco dei nomi, ideato dal poeta Tonino Guerra, è un insieme di fiori di pietra su cui sono incisi i nomi di grandi personaggi del cinema suoi amici: Federico Fellini, Giulietta Masina, Marcello Mastroianni, Michelangelo Antonioni, Andrej Tarkovskij, Theo Angelopoulos e Sergej Paradjanov. Questi fiori sono illuminati da 3 grandi lanterne in ferro battuto e vetro che Guerra ha dedicato allo scrittore russo Lev Tolstoj. Il bosco è inserito in un triangolo verde che ricorda le scene rurali del film Amarcord e segna il punto simbolico in cui la prima campagna tocca la città storica: la disposizione degli aceri, con al vertice il platano storico dei Malatesta, trasmette disciplina e chiarezza all’intero spazio, mentre la texture e i colori della vegetazione spontanea che invade i percorsi sterrati e i sentieri bianchi conferiscono all'insieme movimento e dinamismo.

Info: www.fellinimuseum.it