Alla Far Fabbrica Arte Rimini (Piazza Cavour - Palazzo del Podestà) sabato 18 febbraio 2017 alle ore 18 si è aperta la mostra dal titolo Specchiata di Verter ed Erich Turroni. Un passo doppio, un tandem dal carattere magico e visionario quello dei due fratelli cesenati che oltre alla condivisione del nome accostano una ‘specchiata’ relazione di intenti, una fusione sensibile e riflettente.
Un progetto, questo presentato alla FAR, che scopre le carte della creatività e della sperimentazione artistica e che metterà in dialogo il percorso a volte ravvicinato e concorde, a volte dissonante dei due fratelli, presentando opere che documentano il loro lungo viaggio di ricerca e il legame intellettuale che li unisce.
I risultati sono quelli di scenografiche installazioni dove scultura e manipolazione della materia che si fa tattile e ruvida nella superficie e possente nelle dimensioni derivano dalla capacità dei Turroni di padroneggiare le forme con l’abilità di alchimisti; abilità che si spinge nell’uso della resina che avvolge e blocca congelandoli in un bozzolo alcune loro opere, anche i disegni. Celano tracce di vita, ma sono tracce che ancora palpitano emergendo con segni e pigmenti e che descrivono nozioni e sembianze di un mondo fragile e precario: un appunto di luogo, un frammento di paesaggio o di habitat di una natura possibile e dimenticata; o ancora, un volto, un profilo umano a testimonianza dell’esistenza di un residuo di umanità al di fuori dello smarrimento e del crepuscolo in atto e che va al là della realtà post-human che ci assieda.
«Le virtù specchiate dei Turroni – ha scritto Massimo Pulini - sono fatte anche di necessità, come vuole il detto. Necessità di lavoro e insieme di obiettivo, il loro applicarsi quotidiano è utile alla sussistenza tanto quanto al raggiungimento di raffinati risultati artistici. Rarissimo è trovare un connubio, oggi, tra queste due condizioni del fare. Desiderio e necessità non sembrano più nemmeno parenti, ma è soprattutto la storia della scultura a dimostrarci quanto il lavoro fisico sia intimamente legato alla sublimazione estetica »…
«Si dà il caso che i Turroni, anche quando dipingono o disegnano o lavorano di patina, lo fanno con tutto il corpo. Si immergono nella materia per dipingerla da dentro, riscattando sia Narciso che Alice, e tenendo sotto pressione la pittura tramite la scultura».
«Ci sarebbe molto altro da dire, delle figure affogate di Erich e delle viscere architettoniche di Verter - continua Pulini - dei racconti filamentosi dell’uno e degli enigmi scortecciati dell’altro, della resina che ingloba come un’ambra le forme e le figure, ma il nucleo di tutti i discorsi che si potrebbero fare, intorno allo specchiarsi di due fratelli in una mostra, si ferma qui, appena sotto la superficie dello specchio».
VERTER TURRONI nasce a Cesena nel 1965 e si diploma all'Accademia di Belle Arti di Ravenna. Vive e lavora a Gambettola (FC).
ERICH TURRONI nasce a Cesena nel 1976; vive e lavora a Gambettola (FC). Si diploma all' Accademia di Belle Arti di Ravenna. Partecipa alla XV Quadriennale di Roma al Palazzo delle Esposizioni nel 2008 e tra le ultime mostre collabora al progetto Cristallino con CARSICO nel 2016 al Musas di Santarcangelo.
Dal 18 febbraio al 2 aprile 2017
Orario: da martedì a domenica 10-13 e 16-19, chiuso il lunedì
Ingresso libero