Santi

Santa Innocenza (c. 285-300)

Di nobile famiglia, nacque a Monte Tauro, nell'entroterra riminese, intorno al 285. Nell'anno 300 l'imperatore Diocleziano, passando per Rimini, convocò un folto gruppo di cristiani; notò, tra costoro, la giovane e bella Innocenza e le fece delle proposte che la fanciulla respinse, proclamando orgogliosamente la sua fede. L'imperatore, sdegnato, cercò di farle rinnegare la propria fede con le torture; partendo, ordinò al suo proconsole Sebastiano di piegarla con ogni mezzo. Questi concesse ad Innocenza tre giorni per meditare sulla sua sorte, al termine dei quali spedì alcuni sgherri al palazzo di Monte Tauro per ascoltare quanto la fanciulla aveva deciso. Fu trovata che pregava; furibondi, gli sgherri le trapassarono il petto con una spada, il 16 di settembre. 

Il culto della santa - copatrona di Rimini - ha origini piuttosto antiche. L’antica chiesa di Santa Innocenza a Rimini è citata in documenti medievali fin dal 996. 

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San Gaudenzio (?-360)

Secondo la tradizione, nacque ad Efeso. A Roma fu battezzato, ordinato  sacerdote e consacrato vescovo. Inviato a Rimini come pastore, combatté vigorosamente i residui di paganesimo e l'eresia e si ritiene sia stato, in tempo di persecuzione, il primo vescovo di questa città. Partecipò al concilio di Rimini del 359, convocato per condannare Ario; allorchè se ne profilò la vittoria, Gaudenzio, con altri diciassette vescovi, abbandonò il concilio e si ritirò alla Cattolica.
Rientrato a Rimini, attaccò apertamente le posizioni ariane. Arrestato dal preside dell'imperatore Costanzo, fu strappato dalle mani dei giudici e linciato dai seguaci di Ario, il 14 ottobre del 360.

Ciò è quanto tramanda la tradizione agiografica. San Guadenzio - il cui culto è comunque molto antico - è il Patrono di Rimini.

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San Giuliano Martire (Anazarbo, 231 – Anazarbo, 249 o 305)

A Rimini è custodito da oltre mille anni il corpo di San Giuliano martire nella chiesa parrocchiale a lui intitolata. 
Fu un martire cristiano, caduto attorno al 249 sotto la persecuzione dell'imperatore Decio, o secondo la tradizione ortodossa attorno al 305 sotto la persecuzione dell'imperatore Diocleziano. Condannato a morte per la sua fede, fu rinchiuso in un sacco insieme a serpenti (o scorpioni) velenosi e gettato in mare. Dopo un lungo peregrinare l'arca in cui fu rinchiuso sarebbe addirittura miracolosamente approdato sulla spiaggia di Rimini dalla Dalmazia o dalla Cilicia (Turchia) e da allora il culto del santo è molto sentito in terra riminese, tanto che la città lo ha proclamato patrono nel 1225, assieme a san Gaudenzio.
Il sarcofago in pietra d’Istria, che si può vedere nella chiesa dell'antico Borgo san Giuliano, conteneva le spoglie di San Giuliano prima del loro trasferimento, nel 1910, in un'urna posta sotto l'altare maggiore.