Movie rider: le due ruote sul grande schermo

Una rassegna di quattro film nella Cineteca Comunale

Questo evento è parte di:
2, 4, 8 e 9 settembre 2017
alle ore 21
Cinema e Video

Una biografia, un film riscoperto, un documentario e una pellicola cult: quattro film che raccontano il mondo dei motori secondo sfaccettature diverse e originali. Da sabato 2 settembre, nell'ambito dell'edizione 2017 di Rimini Motor Soul, la Cineteca comunale ospita la rassegna MOVIE RIDER: le due ruote sul grande schermo.
Quattro appuntamenti pensati per scoprire il lato più affascinante del motociclismo, attraverso altrettante storie di uomini e talenti come in 'Indian – La Grande sfida' (sabato 2) biografia di Burt Munro, pilota neozelandese che nel 1967 con la sua Indian stabilì il record mondiale di velocità, o 'Il mago Mancini' documentario dedicato a quello che può essere definito il talent scout di alcuni dei più grandi talenti del motociclismo degli ultimi vent’anni (venerdì 8).
Motociclette e corse sono invece ambientazione per una pellicola ‘ritrovata’ 'I fidanzati della morte' (lunedì 4) di Romolo Marcellini, e per il cult 'Quadrophenia' (sabato 9), opera rock ambientata nell'Inghilterra degli anni Sessanta.
Programma

Informazioni

Località: 
Cineteca Comunale, via Gambalunga 27 - Rimini centro storico
Ingresso: 
libero

Programma

Sabato 2 settembre – La biografia
INDIAN – LA GRANDE SFIDA (The World's Fastest Indian)
di Roger Donaldson, Nuova Zelanda / Usa 2005 (124')
Dopo una vita trascorsa a mettere a punto la sua motocicletta Indian del 1920, Burt Munro si mette in viaggio dalla lontana Nuova Zelanda per raggiungere le saline di Bonneville, nello Utah, dove collaudarla e stabilire nel 1967 il record mondiale di velocità, che resta ancora imbattuto.

Lunedì 4 settembre – Il film ritrovato
I FIDANZATI DELLA MORTE
di Romolo Marcellini, Italia 1956 (87')
Edizione restaurata nel 2017
Introduce il distributore Alessandro Marotto
“Qualche anno prima del suo più grande successo, La grande Olimpiade, documentario dedicato ai giochi romani del 1960 candidato all’Oscar nel ’61, Romolo Marcellini gira I fidanzati della morte. Un film di finzione, stavolta. Una storia di amore, rivalità e passione, nel popolarissimo mondo del motociclismo. Una finzione ambientata dal vero, però, durante le più importanti corse motociclistiche, come la leggendaria Milano-Taranto e il Motomondiale a Monza. “I fidanzati della morte è un film che già da qualche anno desideravo girare, e finalmente ce l’ho fatta. […] Con quest’opera voglio rendere un servizio al motociclismo e allo sport del motore, attenendomi rigorosamente alla realtà già di per sé emozionante delle competizioni motociclistiche”. Tutto così vero da avere coinvolto molti dei più grandi piloti degli anni Cinquanta nelle riprese: Geoffrey Duke, Libero Liberati, Bill Lomas, Enrico Lorenzetti e molti altri. “Il primo grande film sul motociclismo”, lo definì la stampa, con una distribuzione e un cast internazionali (accanto a Sylva Koscina e Rik Battaglia ci sono Hans Albers alla sua ultima apparizione, Gustavo Rojo e Margit Nünke). Ma dopo il ’57 I fidanzati ‘scompare’ per quasi sessant’anni. Rimane però nella memoria, solleticando la fantasia di generazioni di appassionati di motori. Oggi viene riproposto dalla Rodaggio Film dopo il restauro, realizzato grazie a un’operazione di crowdfunding con migliaia di sostenitori e centinaia di donatori da ventidue paesi diversi. Cosa rende unico questo film, ancora oggi? Il 1957 è l’anno spartiacque nella storia delle due ruote: le maggiori case motociclistiche italiane – Guzzi, Gilera e Mondial – all’apice di successi e innovazioni a livello mondiale, si ritirano dalle competizioni internazionali. Inoltre dopo la tragedia della Mille Miglia, vengono vietate le seguitissime gare su strada: Marcellini filma perciò l’ultima epica Milano-Taranto, una gara tanto pericolosa quanto simbolica nel suo unire nord e sud a colpi di benzina e moderni” (Alessandro Marotto)

Venerdì 8 settembre – Il documentario
IL MAGO MANCINI
di Jeffrey Zani, Italia 2016 (60')
Assieme al regista, saranno presenti Guido Mancini, il giornalista Gigi Rivola e Livio Lodi, responsabile Museo Ducati
Valentino Rossi, Loris Capirossi, Andrea Dovizioso, Romano Fenati, Franco Morbidelli. Campioni del motociclismo attuale e recente, uniti dall’amore per la pista e la velocità. Compagni di sport ma comunque rivali, divisi dall’agonismo ma legati dal territorio, da quella che in tutto il mondo viene riconosciuta come la culla delle due ruote, divisa fra le Marche e la Romagna. Proprio nell’attuale capitale motociclistica di quel territorio, Pesaro, la città che registra la più alta concentrazione di tecnici e piloti, si nasconde un altro forte legame che accomuna questi campioni. La presenza del talent-scout che li ha allevati tutti: Guido Mancini.
Un tecnico che ha lavorato dietro le quinte dei loro esordi, senza mai affacciarsi alla ribalta nonostante i risultati ottenuti in pista (nelle classifiche) e fuori (nei rapporti umani che ha stretto con i suoi ‘ragazzi’). Un appassionato, un puro che ha messo la sua vita al servizio dello sport che amava scoprendo e allevando i migliori talenti del motociclismo nostrano: nove titoli mondiali per Rossi, tre per Capirossi, uno per Dovizioso. Un titolo europeo a testa per Fenati e Morbidelli. Mancini non vedeva i suoi ‘ragazzi’ da allora, da quando lavoravano insieme per correre veloci e inseguire i loro sogni. Questo documentario li mette di nuovo uno davanti all’altro, per raccontare le fatiche degli esordi in uno sport affascinante ma allo stesso tempo spietato, nel quale i sacrifici economici delle famiglie potevano portare alla gloria, sì, ma anche a flop assoluti.
Immagini inedite delle prime gesta dei piloti supportano aneddoti che coinvolgono chiunque abbia affrontato le difficoltà di chi vuole emergere in uno sport, sottolineando l’importanza di chi, per pura passione, aiuta i giovani a inseguire i loro sogni.

Sabato 9 settembre – Il cult
QUADROPHENIA
di Franc Roddam, Gran Bretagna 1979 (115’)
Il ventenne Jimmy, londinese di modesta famiglia e fattorino in un'agenzia pubblicitaria, è un disadattato: lo è nel lavoro, che non gli piace; lo è a casa, dove i suoi genitori lo trattano come uno che non abbia il cervello a posto. Jimmy sembra ritrovare se stesso solo quando può ingoiare eccitanti, ballare il rock, partecipare alle scorribande dei "mods", una banda di giovani in scooter in perenne lotta con i rivali "rockets", che si spostano su moto di grossa cilindrata e sono violenti. Un'opera rock ambientata nell'Inghilterra degli anni Sessanta con un giovanissimo Sting alla sua prima apparizione cinematografica e ispirata alle canzoni dell'album omonimo dei The Who uscito nel 1973.