L’Opera Buffa del ‘700:

‘La Serva Padrona’ e ‘Il Maestro di Cappella’

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015

Da 300 anni continua a divertire le grandi platee teatrali del mondo con scambi di battute sagaci, arie popolari, vicende comiche al limite dell’inverosimile che hanno per protagonisti padroni e servitori, classi povere e borghesi: giovedì 7 agosto alle ore 21.00 torna sul palco di Castel Sismondo di Rimini “L’Opera Buffa del ‘700”, spettacolo che vedrà la messa in scena di due intermezzi settecenteschi: ‘<?xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" /?>La Serva Padrona’ e ‘Il Maestro di Cappella’.<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /?>

In scena Roberto Ripesi, basso; Francesca Carli, soprano e Renzo Ripesi, mimo. A dirigere l’orchestra da camera de “I Solisti Accademici” sarà il Maestro Luigi Marinelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

La Serva Padrona

Questo intermezzo in due parti di Gian Battista Pergolesi su libretto di Gennarantonio Federico fu rappresentato per la prima volta a Napoli nel 1733.

La trama narra la vicenda della dinamica e intraprendente Serpina, serva di Umberto, scapolo impenitente e ricco, che si comporta in casa come se fosse la padrona. Per sottrarsi dalla tirannia della ragazza, l’uomo le annuncia che intende sposarsi. Serpina vede allora di fronte a sé un’unica soluzione: la moglie deve essere lei stessa. La ragazza escogita un piano: dapprima avvisa Umberto che sposerà un certo Capitan Tempesta, quindi presenta lo sposo (in realtà il servo Vespone travestito), che reclama a Umberto la dote di Serpina. L’atteggiamento minaccioso di Capitan Tempesta scioglie le residue reticenze di Umberto: scopertosi innamorato della serva, l’uomo accetta volentieri l’alternativa proposta del Capitan Tempesta attraverso Serpina: sposarla in vece sua.

 

Il Maestro di Cappella

Il maestro di cappella è un intermezzo comico composto da Domenico Cimarosa, probabilmente tra il 1786 e il 1793 basato su un libretto di produzione ignota.

L'operina è unica nel suo genere in quanto, diversamente da tutti gli altri intermezzi settecenteschi, vi è la presenza di un solo cantante, il maestro di cappella per l'appunto. Proprio per la particolarità di avere un personaggio soltanto non è stata ancora scartata l'ipotesi che questo lavoro fosse stato scritto originalmente come un ampliamento di un'aria per basso o di una cantata comica.

La trama: un maestro di cappella è intento nel mettere in musica un'aria in "stil sublime" seguendo i dettami degli antichi maestri, ma quando l'orchestra inizia a provare il brano l'effetto è catastrofico, dato che ogni strumentista entra al momento sbagliato durante l'esecuzione. Il maestro è quindi costretto a cantacchiare volta per volta la parte di ogni strumento; riesce alla fine a far eseguire l'aria correttamente a tutta l'orchestra. Soddisfatto dal successo ottenuto decide di provare un pezzo composto da lui stesso, il "gran morceau".

 

L’opera buffa: una storia

Nella storia dello sviluppo dell'opera lirica, l'opera buffa si contrappose alle caratteristiche stilistiche della cosiddetta opera seria. L'opera buffa si proponeva di trasformare l'opera in un genere in cui la gente comune potesse notare una propria somiglianza con i personaggi. Dal momento che l'opera seria era un costoso intrattenimento per Re e nobiltà, l'opera buffa venne realizzata per un pubblico più normale con problemi più comuni.

Il carattere e le situazioni di comicità, che normalmente coinvolgevano la servitù, fecero parte dell'opera seria fino ai primi anni del XVIII secolo, quando l'opera comica e poi l'opera buffa iniziarono ad emergere come genere a se stante.

Agli inizi l'opera buffa era composta da opere di breve durata che venivano rappresentate negli intervalli dell'opera seria. Questi brevi spettacoli vennero chiamati intermezzi e furono i precursori delle vere e proprie opere comiche che si svilupparono più avanti nel secolo. ‘La Serva Padrona’ di Pergolesi è uno di questi intermezzi che viene ancora rappresentato con regolarità al giorno d'oggi ed è un chiaro esempio dello stile dell'epoca.

Nonostante la presenza delle tipologie fisse, l'opera buffa risultò alquanto più libera e varia dell'opera seria, soprattutto sotto l'aspetto delle forme musicali. In definitiva, l'opera buffa fu molto importante nell'evoluzione del teatro d'opera in Italia, valorizzando la diversità dei ruoli vocali e rendendo il discorso musicale più spigliato e dinamico, introducendo tra l'altro il canto simultaneo di vari personaggi nei grandi finali d'atto concertati.

 

SCHEDA TECNICA

‘La Serva Padrona’ e ‘Il Maestro di Cappella’

Giovedì 7 agosto 2008 – ore 21.00

Castel Sismondo, Rimini

 

Personaggi ed interpreti

Roberto Ripesi, basso: Umberto e Il maestro di cappella

Francesca Carli, soprano: Serpina

Renzo Ripesi: mimo

 

Musicisti

Orchestra da camera: “I Solisti Accademici”

Direttore: Maestro Luigi Marinelli

 

 

Spettacolo a pagamento:  10 Euro. Gratuito per i bambini al di sotto dei 12 anni.

Informazioni e prenotazioni: tel. 334.8597193

Il programma è consultabile all’indirizzo Internet: www.fondcarim.it