Il 30 luglio 1843 venne inaugurato a Rimini lo “Stabilimento privilegiato dei Bagni Marittimi”, su iniziativa dei fratelli Ruggero e Alessandro, conti Baldini, e dall’avvocato Claudio Tintori. Questa data segnò l’inizio della storia italiana e internazionale del turismo balneare.
L’idea rivoluzionaria fu quella di aver intuito la possibilità di utilizzare la spiaggia per godere della natura incontaminata e dei benefici offerti dal mare. Il “pubblico” era prevalentemente aristocratico e mosso da motivazioni di carattere terapeutico e da una “moda salutista” proveniente dal nord Europa.
Nel 1845, per rendere maggiormente agevole l’accesso a un’area ancora selvaggia e priva di infrastrutture, viene persino attivato un collegamento in calesse tra il centro storico e lo Stabilimento attraverso il cosiddetto Viale dei Bagni (attuale viale Principe Amedeo).
Dopo alterne vicende e fortune, nel 1868 il Comune di Rimini delibera l’assunzione diretta dell’Azienda Bagni, la cui gestione viene affidata al fisiologo PaoloMantegazza e dal medico Tintori: la nuova idea, avveniristica per l’epoca, è quella di creare un antesignano resort in cui abbinare benessere, salute e svago, che porterà alla totale riqualificazione dell’area con la progressiva trasformazione dello Stabilimento nell’elegante Kursaal (1873) e la creazione delle altre prime infrastrutture turistiche: la nuova Piattaforma dei Bagni, lo stabilimento Idroterapico (1876), il ristorante-caffè chantant denominato “Capanna Svizzera", fino alla creazione dell’Idroterapico (1876) e, più tardi, del leggendario Grand Hotel (1908) che affascinerà generazioni di turisti e cittadini, tra cui Federico Fellini.
Con la nascita del nuovo Stabilimento Bagni si andava a proporre una prima forma di sfruttamento commerciale della spiaggia. Alla finalità curativa del mare si affiancava quella ludica, determinata dal forte sviluppo dei rapporti e delle relazioni sociali. Il turismo balneare diveniva così un fenomeno che interessava soprattutto i ceti borghesi emergenti. All’origine di questa fase di sviluppo fu anche la costruzione nel 1861 della linea ferroviaria che collegava Bologna ad Ancona.
Nel periodo compreso fra le due guerre mondiali vengono gettate le basi per lo sviluppo del turismo balneare di massa. La produzione fotografica indirizzata a scopi turistici crebbe esponenzialmente, attraverso reportage pubblicati dalle riviste mondano-balneari e grazie all’attività promozionale dell’Azienda di cura, soggiorno e turismo, nata nel 1928. Scene di costume e di vita dei vacanzieri diventano i soggetti prevalenti delle fotocartoline e costituirono un potente strumento di diffusione dell’immagine di Rimini con la sua spiaggia gioiosa.
Nata come operazione politica del regime fascista, attraverso anche il sistema delle colonie, il turismo conosce il massimo sviluppo con il boom economico del secondo dopoguerra. Il trasporto ferroviario viene affiancato da quello su automobili e il tessuto urbanistico degli antichi villini viene sostituito dal sistema alberghiero, soprattutto attraverso piccole pensioni a gestione familiare, fino ad arrivare fino alla a spiaggia organizzata più grande ed efficiente del mondo dei giorni nostri.
Da più di due secoli, dal tuffo nel mare della prima bagnante straniera della storia di Rimini, la capitale delle vacanze continua ad accogliere turisti facendoli sentire a loro agio.
Guarda le immagini di 180 anni di vacanza a Rimini nell'Archivio della Gambalunga o cerca nell'archivio fotografico alcune immagini dei manifesti balneari, che continuano la tradizione iniziata con le raffinate illustrazioni pubblicitarie dei primi del Novecento, quando diffondevano la fama della Riviera e dei piaceri dei bagni di mare nel mondo. Una tradizione che la città ha proseguito anche negli anni 2000, affidando, di anno in anno, a creatori di immagini il compito di filtrare attraverso la propria sensibilità artistica la rappresentazione dell’estate riminese. Tra gli illustratori, artisti del calibro di René Gruau, Gianluigi Toccafondo, Milo Manara, Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, Luca Giovagnoli, Pablo Echaurren, Marco Morosini, Alessandro Bergonzoni, Francesca Ghermandi, Eron, artista della spray art, Francesco Bocchini,Marco Neri(che ha firmato il manifesto dell’estate 2013) hanno posto la propria firma sui manifesti di Rimini, sulla scorta della celebre tradizione legata alla grafica balneare che, dal Novecento, ha consentito di annoverare artisti quali Marcello Dudovich, Alberto Bianchi e Adolfo Busi.
L'ultimo degli artisti che si è cimentato con la tradizione del manifesto balneare riminese è Aldo Drudi, il racing designer più conosciuto al mondo che ha reso accattivante e desiderato l’universo dei leggendari piloti di motociclismo, per la nuova immagine balneare della città nel 2016.