Esempio di architettura razionalista applicata ad una colonia elioterapica degli anni 30'
La colonia della Federazione Fascista di Novara fu costruita tra il 1933 e il 1934 su progetto dell'ingegner Peverelli. L'edificio è un esempio della tipologia di colonia elioterapica a monoblocco, costituita da un unico corpo isolato che si sviluppa orizzontalmente, parallelo alla spiaggia. Il volume allungato, concluso ai lati da testate arrotondate, richiama, sia in pianta sia negli alzati, l'immagine di una nave, che denota un'adesione ai riferimenti macchinistici cari alle avanguardie, nella variante, legata al mare e alla navigazione, più adatta al contesto e alla funzione balneare.
Le due ali simmetriche, a quattro livelli, sopraelevate di un ulteriore piano con copertura terrazzata, ospitavano i dormitori e i refettori, mentre i servizi occupavano la parte centrale dell'edificio e il seminterrato, dove era stato ricavato anche un piccolo teatrino. Le finestre continue a nastro e i grandi ambienti a pianta libera dei dormitori e dei refettori, attraversati da due file di pilastri e privi di partizioni interne, sfruttano al meglio le possibilità della struttura in cemento armato, per permettere la massima circolazione dell'aria e penetrazione della luce.
Le due ali dell'edificio sono unite da una scala-torre centrale, che alloggia nella parte alta il serbatoio dell'acqua, mentre le testate arrotondate contengono le rampe semicircolari per i collegamenti verticali tra le camerate. La torre centrale, che si incunea nella scalea di accesso e ripartisce gli ingressi all'ala maschile e femminile, costituisce la più evidente emergenza formale e il baricentro geometrico dell'edificio, con funzione segnaletica e un valore simbolico esplicitato dal profilo che riprendeva la forma di un fascio littorio.
L'enfatizzazione delle rampe e dei corpi scala, nel caso delle colonie di vacanza, va oltre i significati simbolici ad essi generalmente attribuiti nell'edilizia pubblica di regime. Le scale hanno infatti un ruolo fondamentale, allo stesso modo dei grandi cortili delle adunate, come momento privilegiato di spettacolarizzazione del movimento dei ragazzi, che diviene una coreografia disciplinata visibile attraverso le vetrate.
Descrizione a cura del Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per l'Emilia-Romagna