Monumenti del periodo comunale e scuola del Trecento Riminese
Dopo le invasioni barbariche Rimini, pur lacerata dalle guerre, si affaccia all'anno Mille riflettendo una marcata continuità con la tradizione romana, persistente nell'impianto urbano. La città vive un periodo d’oro nel XII secolo, quando diventa libero comune. Centro politico ed economico della città medievale era il Campus Comunis, l'attuale piazza Cavour, luogo di incontri colorato dal folklore di un mercato cittadino che si alimentava dei prodotti della campagna e del mare
Palazzi dell'Arengo e del Podestà
Piazza Cavour è il salotto della città dove si trovano gli edifici pubblici più importanti, sin dal Medioevo assunse un ruolo primario. Diverso era lo scenario, chiuso a mare dalla Chiesa di S. Silvestro, aperto a monte verso la Cattedrale di Santa Colomba, demolita nel 1815.
Sulla piazza si affacciano nel lato lungo a Nord ovest tre palazzi: il palazzo Garampi, ad angolo con il corso d’Augusto, seguito dal palazzo dell’Arengo e dall’adiacente Palazzo del Podestà. Il più antico è il palazzo dell'Arengo, costruito nel 1204: sotto l’ampio portico si amministrava la giustizia, nell'immensa sala al primo piano, con finestre a polifora, si riuniva l’Assemblea del Comune. Nel XIV secolo fu eretta al suo fianco la residenza per il Podestà: il piano terra doveva aprirsi in un loggiato. L'ingresso, sul lato corto, era sottolineato dall’arco con i simboli dei nuovi Signori, i Malatesta. Alla fine del 1500 iniziarono i lavori per l’edificio noto come palazzo Garampi, ora Residenza comunale: da ammirare una settecentesca statua in bronzo della Madonna contenuta in una nicchia posta all’angolo destro del palazzo. Dopo il sisma del 1916, che svela tracce delle strutture medievali, si avvia un restauro che ridisegna i palazzi in forme neogotiche.
Elemento aggregante era la fontana che la tradizione vuole di origini romane: delle forme medievali, profondamente rimaneggiate nei successivi restauri, non rimane che l'immagine riprodotta nel bassorilievo di Agostino di Duccio nel Tempio malatestiano, in cui si coglie un aspetto non dissimile da quello delle coeve fontane
La Chiesa di Sant’Agostino e la Scuola Riminese del Trecento
La Chiesa di Sant’Agostino è per dimensioni e per tesori d’arte custoditi, una delle più importanti della città. L’imponente chiesa edificata dai monaci Agostiniani alla fine del XIII secolo, era ad aula rettangolare con copertura a capriate; sul fondo si apriva una grande abside affiancata da due cappelle, una delle quali costituiva la base del campanile. La facciata è oggi profondamente rimaneggiata dagli interventi settecenteschi che hanno alterato anche la fisionomia degli interni; ma le fiancate, scandite da sottili lesene, con la zona absidale e lo svettante campanile costituiscono una testimonianza dell'architettura religiosa gotica a Rimini.
L’interno della chiesa conserva nell’abside e nella cappella del campanile le migliori testimonianze della scuola pittorica riminese che costituisce uno dei movimenti artistici più importanti del XIV secolo nell’Italia settentrionale e che ebbe come iniziatori i pittori Giuliano e Giovanni da Rimini e il miniatore Neri.
L'apparato decorativo dei primi del '300, giuntoci in parte, si compone di cicli di affreschi e di un grande Crocifisso ligneo: nel campanile si ammirano le Storie della Vergine e, alle pareti dell’abside, Cristo, Madonna in Maestà, Noli me tangere, le Storie di San Giovanni Evangelista.
La pittura trecentesca fu celata da interventi successivi finché, nel 1916 un forte terremoto ne rivelò la presenza. Soltanto nel 1926 si poté procedere allo strappo e al restauro del maestoso Giudizio universale dipinto sull’arco trionfale, ora al Museo della Città.
Resti della Cattedrale di Santa Colomba – Altro edificio medievale è la cattedrale di Santa Colomba, di cui rimane il largo campanile del XIII secolo. La tradizione, non suffragata da testimonianze, vuole che la chiesa, edificata nei pressi delle mura romane nel cuore della città medievale, fosse sorta sulle rovine di un tempio pagano. Si è ipotizzato che l’edificio, noto alle fonti dal 1015, avesse una struttura a basilica, sul modello diffuso a Ravenna fra V e VI secolo, a tre navate ed abside rivolta canonicamente ad Est, verso la città: orientamento che la chiesa, pur avendo nel tempo subito profonde trasformazioni, modificò soltanto nel XVII secolo, venendo ad affacciarsi sulla piazza.
Tuttavia gli scavi archeologici eseguiti agli inizi degli anni ’90, riferiscono la fase più arcaica della costruzione all’altomedioevo, periodo in cui si data, fra l’altro, un bellissimo capitello marmoreo decorato a bassorilievo.
Dedicata in origine forse allo Spirito Santo in forma di colomba, con la consacrazione a cattedrale (1154) la chiesa fu anche intitolata a Santa Colomba, la giovane spagnola martirizzata a Sens, in Francia, per volontà dell’imperatore Aureliano, le cui reliquie, a bordo di navi mercantili francesi in viaggio nell’Adriatico, sarebbero approdate per un naufragio proprio a Rimini, ove furono a lungo venerate.
Sede anche del parlamento comunale fino al 1204, fu cattedrale di Rimini finché, nel 1798, cedette il titolo prima alla chiesa di Sant’Agostino e, dal 1809, al Tempio Malatestiano.
Della chiesa, abbattuta nel 1815, non restano che il campanile del XIII-XIV secolo, assai rimaneggiato, ed alcune vestigia conservate in loco, al Tempio Malatestiano e nel Museo della Città.