Torriana e Montebello

25 km da Rimini

Torriana, a pochi chilometri da Verucchio, fu denominata nell'antichità 'Scorticata' per l'asperità dello spuntone di roccia, quasi del tutto privo di vegetazione, su cui è costruita la Rocca. A condividere l'asprezza ed il fascino di quel luogo, il borgo gemello, Montebello.

Qui il Medioevo ha sfruttato gli speroni rocciosi per erigervi le roccaforti imprendibili di Scorticata e di Montebello e i secoli seguenti hanno fatto il resto, creando borghi, fortificazioni e castelli che hanno vissuto gli splendori della Signoria dei Malatesta ma anche le ripetute battaglie con quella dei Montefeltro, causate proprio dall’importanza di possedere punti tanto strategici per il controllo e la difesa del territorio.

I due borghi hanno avuto sorti diverse. Torriana, questo il nome nuovo dato nel 1938, ha subito trasformazioni architettoniche e istituzionali, divenendo capoluogo di Comune. La quattrocentesca Fortezza malatestiana di Torriana, poi appartenuta ai Borgia e ai Medici, ha subito rimaneggiamenti nel ‘900 ma resta in vita la storia che nei suoi sotterranei sia stato ucciso Gianciotto Malatesta, resosi tristemente famoso per l’uccisione dei noti amanti, la moglie Francesca e il fratello Paolo. 
Montebello di nome e di fatto, per l’amenità del suo borgo e del millenario Castello, in cui dimora la leggenda del fantasma di Azzurrina. 

Incantevole la vista che si ha sulla costa e che è valso al paese l'appellativo di "balcone della Romagna".
Il territorio naturale è tanto ricco da essere tutelato come “Oasi di Protezione della fauna di Montebello”. Qui ha sede anche l'Osservatorio Naturalistico Valmarecchia che offre la possibilità a tutti i visitatori di scoprire le bellezze dell'entroterra di Rimini.

A fine luglio si svolge 'La collina dei Piaceri', una vetrina di prelibatezze provenienti da ogni parte d'Italia, che ha l’orgoglio di portare al grande pubblico, personaggi di altissimo livello fra cuochi, pizzaioli, pasticceri, produttori e artigiani del cibo e del vino.

Il mistero di Azzurrina ancora aleggia nella Rocca di Montebello
Un altro castello, perfettamente conservato e visitabile, è quello diMontebello, si erge a poca distanza, continuando la serie di fortificazioni che i Malatesta potenziarono durante il loro dominio.
Nella rocca si trovano mobili di gran pregio che vanno dal 1300 fino al 1700. Bella la collezione di forzieri e cassapanche tra cui spicca una cassa dipinta risalente, si dice, alle Crociate.

Cunicoli misteriosi, passaggi oscuri, pozzi profondissimi e strani accadimenti hanno alimentato la leggenda di un fantasma, una bimba di circa cinque anni, figlia del feudatario, scomparsa nei sotterranei del castello nel 1375:  Azzurrina "aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini". Si dice che il 21 giugno di quel lontano anno la bimba scomparve e non venne mai più ritrovata. Qualcuno sostiene che il fantasma di Azzurrina si aggiri ancor oggi tra le mura del castello.

Molte sono le ricerche effettuate dai ricercatori. Tra queste, l'ultima si riferisce al 21 giugno 2010, quando Daniele Gullà e Mattia Mascagmi del Laboratorio di Biopsicocibernetica, hanno rilevato una "presenza" di donna, anche se in abiti più seicenteschi che trecenteschi, fotografandola nell'ala rinascimentale della Rocca.

 

Dintorni:
il Santuario della Madonna di Sajano si raggiunge a piedi, dopo aver lasciato l'automobile vicino al greto del fiume o a Ponte Verucchio.
Il Santuario un tempo era meta di pellegrinaggi di donne in procinto di partorire e, dopo aver vissuto un momento di abbandono, è stato recentemente restaurato e riaperto al culto.
Per la sua splendida posizione e per la pacata semplicità il Santuario merita una sosta non frettolosa. Il piccolo complesso, tutto realizzato in pietra locale sulla roccia viva, è formato da una chiesetta restaurata in età moderna con una cappellina addossata all'abside, una piccola casa rustica e una torre cilindrica, con unico ingresso e alcune finestre aperte successivamente, che si ritiene avesse funzione di avvistamento e che potrebbe risalire al XII secolo. Altre tracce murarie vengono riferite ad una struttura militare. 
La chiesa, così come la Madonna miracolosa in gesso ivi conservata, risale in origine al XV secolo, ed è costituita da un'unica navata, presenta ampie finestre che si aprono lungo i fianchi ed è conclusa da un'abside semicircolare. Proprio al centro della zona presbiteriale si innalza un tamburo ottagonale. All'interno sono conservati: un affresco popolare datato al XV secolo, una transenna frammentaria forse altomedievale e le cappelle laterali del XVII secolo, con decori a stucco. Il portale in bronzo è opera di Arnaldo Pomodoro.