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Sulle tracce di Paolo e Francesca

Rimini è la cornice di una delle storie d'amore più famose della letteratura mondiale, quella fra Paolo e Francesca, cantata da Dante nel V canto dell’Inferno. In città è ancora possibile tracciare un itinerario che ricalca quello che percorse la stessa Francesca nel viaggio dalla casa paterna dei Da Polenta a Ravenna alla corte Malatestiana di Rimini, dove l’attendeva la nuova vita come promessa sposa di Gianciotto Malatesta, fratello di Paolo, di cui la giovane si sarebbe poi innamorata. 

Questo percorso dà modo di scoprire gli stessi luoghi che, qualche decennio dopo la tragica fine dei due innamorati, Dante, in esilio, ebbe modo di conoscere e visitare, ripercorrendo, in un’esperienza coinvolgente e ricca di pathos, la tragica storia di Francesca.

  • Prima tappa - Il ponte di Tiberio
    Provenendo dall’antica via Popilia, Francesca è certamente entrata in città passando per il Ponte di Tiberio, il bimillenario ponte sul fiume Marecchia che, fin dall’epoca romana, segna l’ingresso alla città per chi proviene da nord. Iniziato da Augusto nel 14 d.C. e completato da Tiberio nel 21 d.C., come ricorda l'iscrizione che corre sui parapetti interni, il monumento si impone per il disegno architettonico e la tecnica costruttiva.
     
  • Seconda tappa - Porta Galliana
    Porta Galliana è la porta cittadina che collega la città con la zona del porto lungo il fiume Marecchia, inserita nella cinta muraria di epoca federiciana (sec. XIII). Nella tradizione Riminese, Porta Galliana è nota come “arco di Francesca”, esplicito richiamo alla figura della protagonista del V canto Dantesco. La struttura, a lungo rimasta quasi totalmente interrata, è stata di recente oggetto di restauro e recupero, che ne ha riportato alla luce lo splendore.
     
  • Terza tappa - Palazzo dell’Arengo
    Il palazzo dell’Arengo all’epoca di Francesca era uno dei luoghi del potere di Rimini, città in cui la famiglia Malatesta ebbe un ruolo importante dal XIII secolo. Il palazzo sorse nel 1204 sulla piazza centrale della città, l'attuale piazza Cavour, ed era dunque di recente costruzione quando la giovane Francesca si ritrovava a passeggiare all’ombra della sua facciata. Mentre nella piazza si svolgeva il mercato, sotto l'ampio portico del palazzo dell'Arengo si amministrava la giustizia, e nella sua immensa sala al primo piano si riuniva l’Assemblea del Comune. Dal 2020 il palazzo, assieme alla adiacente residenza del Podestà, è sede del PART -  Palazzi dell'Arte, Museo d’arte Moderna e Contemporanea.
     
  • Quarta tappa - Il palazzo dei Malatesta (Castel Sismondo)
    Non abbiamo notizia di quale, fra le diverse case possedute dai Malatesta in città e nel contado, accolse la giovane Francesca, sposa di Gianciotto. Delle abitazioni riminesi citate dalle fonti si conserva traccia solo di Castel Sismondo, la residenza-fortezza che Sigismondo Pandolfo Malatesta fece erigere nel 1437 e che oggi ospita il Fellini Museum. Anche se nell'iscrizione sul portale d'ingresso il signore rivendica a sé la costruzione ex fundamentis della rocca, i restauri hanno rivelato che il castello ha inglobato le precedenti mura romane, la medievale porta del Gattolo e il nucleo dei palazzi Malatestiani che fin dal XIII secolo erano sorti in questa area, strategica per la posizione dominante a controllo della porta che apriva la via di fuga verso i castelli dell’entroterra. A Francesca è stata recentemente dedicata una “piazza” ricavata a ridosso delle mura del Castello e destinata a ospitare eventi e iniziative.
     
  • Quinta tappa - Tempio Malatestiano
    Il “Tempio” voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta alla metà del ‘400 inglobò e in parte distrusse la chiesa dedicata a S. Francesco, dove avevano trovato sepoltura i membri della sua famiglia a iniziare dal “Mastin vecchio da Verucchio”, il padre di Paolo e Gianciotto, morto centenario nel 1312 e che Dante ricorda nel XXVII Canto dell’Inferno. La chiesa francescana era decorata da pitture oggi perdute, a eccezione del Crocifisso di Giotto, unica opera testimone della presenza dell’artista a Rimini alle soglie del ‘300. Sigismondo realizzò nel Tempio, rimasto incompiuto, un sogno di magnificenza, riunendovi, come in una grande arca, le memorie della Famiglia. Alla costruzione del Tempio collaborarono artisti quali Leon Battista Alberti, Agostino di Duccio, Matteo de’ Pasti, che ne hanno fatto un capolavoro del Rinascimento italiano.
Data ultimo aggiornamento 02/02/2023 - 10:10