
Il cicerone delle vostre vacanze a Rimini
L'elefante è, insieme alla rosa quadripetala e quadrisepala, figura fondamentale dell'araldica malatestiana. I bestiari medievali riconoscono all'imponente animale forza, straordinaria intelligenza, prudenza, riservatezza e molte altre qualità compresa la capacità di perdonare le offese e dimenticarle. Per i Malatesta, casata che durante il Rinascimento utilizzò artisticamente il simbolo nella maniera più ampia e varia, l'elefante rappresentava virtù quali l'eternità, la munificenza, il fasto regale, la capacità di comando. E' altrettanto centrale l'interpretazione che vede legata la presenza degli elefanti (abbinata alla rosa) alla presunta discendenza dei Malatesta da Scipione l'Africano.
La figura dell'animale è presente in molti luoghi del Tempio Malatestiano di Rimini. I cimieri degli elmi di Carlo, Andrea, Pandolfo, Sigismondo Pandolfo e di tutti i rimanenti signori della casa Malatesta raffigurano un elefante nero con una regale corona d'oro, come si può notare sulla tomba di Isotta e nel frontone della Cappella delle Reliquie. Quattro coppie di elefanti (in marmo nero, caratteristico colore dell'elefante asiatico ritenuto più potente di quello africano) sostengono i pilastri delle prime cappelle di destra e sinistra. Raffigurazioni del forte animale si trovano anche negli stemmi e nei rilievi del Tempio.
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