Col suo primo Festival, il Rione Montecavallo si apre alla città

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015
Sarà il primo dei quattro rioni storici della città, il Rione Montecavallo, ad avere un proprio festival, che si terrà il prossimo fine settimana, sabato 31 maggio e domenica 1 giugno, con un prologo nel tardo pomeriggio di venerdì 30 maggio quando i ragazzi del liceo della comunicazione reciteranno “Romeo e Giulietta” davanti a Porta Montanara.
E’ infatti proprio qui, attorno al monumento romano più antico della città e lungo le vie del rione, che si snoderà il primo Festival del Rione Montecavallo, promosso dai suoi abitanti con una kermesse lunga due giorni per aprire e far conoscere il rione con mostre, passeggiate storiche, cacce al tesoro, visite guidate, musica e danze, incontri, giochi, esposizioni e tanto altro ancora.

Un festival, che mette insieme tanti aspetti e significati perché, delimitato tra via Garibaldi, i bastioni meridionali e corso d’Augusto, il Rione Montecavallo racchiude molta della storia della Città. Una storia più popolare e meno conosciuta di quella monumentale, ma altrettanto bella e particolare proprio perché questa parte della città, che si apriva attraverso porta Montanara all'entroterra e lungo via Garibaldi al porto, da sempre è stata popolata dai piccoli artigiani e commercianti. “La strada più singolare di Rimini – come ne ha scritto Sergio Zavoli - per l'essere il più vecchio, omogeneo e vitale insediamento di attività artigiane e commerciali che una piccola comunità urbana abbia spontaneamente espresso”.

La Contrada dei Magnani, appunto, uno degli assi storici portanti della vita cittadina in cui ancor oggi monumenti, scorci, chiese, persone, profumi, le scuole, l’Università, l’Archivio di Stato, corsi d’acqua su cui sorgevano mulini, mura romane e medievali, tesori storici nascosti o venuti alla luce, rumori, danno la percezione della vita quotidiana e tanto altro.

Questa sarà la storia che le decine d’iniziative che si terranno lungo due giorni vorranno raccontare alla città, promosse e organizzate dall’associazione Rione Montecavallo, dal circolo Montecavallo, dalle scuole paritarie Maestre pie, col contributo della Banca di Rimini e con il patrocinio del Comune di Rimini, e la collaborazione, oltre che degli abitanti, di tante tra associazioni e attività economiche del Rione.

Comunicazioni di servizio: l’Istituto Scolastico Maestre Pie sarà aperto al pubblico nel giorno di sabato 31 maggio; il Circolo Montecavallo, in via Montecavallo 24, sarà aperto anche ai non soci sabato e domenica; via Montecavallo sarà chiusa al traffico sia sabato 31 maggio che domenica 1 giugno.

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Il Rione Montecavallo e la sua storia
L'origine del Rione come tale si fa risalire intorno al 1200 – 1300 periodo nel quale la città, già delimitata dalle mura, è organizzata in quattro cosiddetti borghi: Santa Colomba, Pomposo, Sant'Andrea, (poi Montecavallo) e Clodio.
L'insediamento nella zona è più antico e si presuppone del III secolo A.C. In seguito alla costruzione della Porta Montanara che costituisce la più antica via di comunicazione della città con la campagna.
La porta Montanara si apriva all'entroterra così come al cuore della città attraverso la Contrada dei Magnani oggi via Garibaldi. Fin dai primi secoli D.C. Questa via diviene uno degli assi portanti della vita cittadina, da sempre popolata dai piccoli artigiani e commercianti e attivo collegamento tra città e il porto.
E' attorno a Porta Montanara che faceva perno il sistema idrico della città, tra i due fiumi il Marecchia e l'Ausa, mentre il territorio intorno era ricco di sorgenti e corsi d'acqua come la fossa Patara così chiamata per la presenza di eretici patarini.
In epoca romana la Patara pare fungesse da cardine del sistema di smaltimento delle acque luride. Un ponte di epoca romana fu scoperto durante lavori di scavo, nel 1980, probabilmente fungeva da passaggio nella fossa. Questo corso d'acqua che costituiva la continuazione del canale dei molini, prima di dirigersi verso l'Ausa, dopo aver attraversato la porta, si snodava dalla parte alta dei Bastioni Meridionali sino a quelle che oggi sono le vie Serpieri, Bertola, Bufalini, Cima.
A partire dal 1600 – 1800 la fossa Patara entrò in disuso e per problemi igienici fu tombinata definitivamente in seguito alla costruzione della nuova rete fognaria degli anni 80'.