Tra umani e animali. Questioni di specie

Ciclo di tre conferenze sulla cosiddetta 'questione animale'

sabato 24 febbraio 2018
17.00
Congressi, Convegni, Conferenze e Seminari

L'Istituto di Scienze dell'Uomo di Rimini ha organizzato con la collaborazione della Biblioteca Gambalunga un ciclo di tre conferenze sulla cosiddetta. "questione animale", oggetto di interesse e di studio per molti filosofi contemporanei.
I tre incontri si pongono l'obiettivo di impostare in modo consapevole e serio problemi e prospettive riguardanti la relazione tra il mondo animale e quello umano.
Che cos'è l'antispecismo? Che rapporti legano gli umani agli altri animali? Quand'è che l'uomo ha cominciato a considerare gli altri animali come mere risorse da utilizzare? E' possibile trovare una dimensione umana che non sia strettamente antropocentrica e specista? A queste e altre domande cercheranno di rispondere Margherita D'amico, Benedetta Piazzesi e Massimo Filippi.
In occasione delle conferenze, dal 10 al 17 febbraio, presso la Galleria dell'Immagine sarà possibile visitare la mostra fotografica di Stefano Belacchi dal titolo “Un incontro mancato”.
Al termine degli incontri si proseguirà con un aperitivo in compagnia dell'autore e con le associazioni aderenti all'iniziativa presso il Bar Lento in via Bertola 52.
Ultimo appuntamento sabato 24 febbraio Massimo Filippi, neuroscienziato e filosofo antispecista, presenta 'Questioni di specie'.

Informazioni

Località: 
Biblioteca Gambalunga (Sale Antiche), via Gambalunga, 27 - Rimini centro storico
Ingresso: 
libero

Programma

Sabato 10 febbraio ore17
Margherita D'amico presenta Socrate 2896 (Bompiani, 2016)

Lucilla è una bambina del tutto speciale, Socrate è un toro maremmano di nove quintali dalle lunghe corna bianche. Hanno sette anni, sono cresciuti insieme e all’alba di domani la vita di entrambi cambierà. Questa è dunque la notte dell’addio, o forse di un nuovo inizio. A nome degli animali e della natura Socrate ha affidato a Lucilla un prezioso messaggio per l’umanità sbandata. A lungo ci hanno ragionato insieme, mentre, stagione dopo stagione, la loro amicizia si trasformava nel preparativo di una missione. Non va sprecato neppure un minuto, prima che sorga il sole, per ripassare quanto la piccola ambasciatrice riferirà all’uomo, offrendogli la luminosa chiave capace di mutare il suo destino.
 

Sabato 17 Febbraio ore 17
Benedetta Piazzesi presenta Così pergfetti e utile. Genealogia dello sfruttamento animale (Mimesis, 2015)

Questo saggio inaugura un lavoro genealogico sul potere zootecnico: una sorta di scavo archeologico tra gli archivi scientifici e tecnici, volto a ricostruire il verbale del potere di usare gli animali. Dal mondo agricolo preindustriale al moderno allevamento biologico, i processi storici hanno modificato i metodi e le finalità di sfruttamento animale, che sono qui osservati secondo linee di continuità e momenti di svolta. Secondo una prospettiva sensibile ai concetti di fondo della politica moderna è messa in luce la circolazione di queste categorie tra dentro e fuori il luogo apparentemente non politico dell’allevamento. Ciò permette di sondare la parentela tra l’istituzione zootecnica e gli altri istituti di sapere-potere che si vanno formulando in quella medesima età dell’oro delle scienze che si situa tra rivoluzione scientifica e rivoluzione industriale. Sotto questa lente le tecniche di governo sui non umani ci appaiono a tratti inedite, a tratti spiranti una certa “aria di famiglia” comune ad altri luoghi di potere, dove i viventi sono resi perfetti in quanto utili e in cui è portata a compimento l’utilità della perfezione. Un’interrogazione delle orme lasciate dagli animali nel passato, utile per il presente nella proposta di una messa in mora di letture destoricizzanti e metafisiche che investono sia i soggetti animali che il potere che ci coinvolge. In cambio di uno spazio lasciato alla liberazione.
 

Sabato 24 febbraio ore 17
Massimo Filippi presenta Questioni di specie (Eleuthera, 2017)

In risposta all'animalismo da talk show, questo libro sostiene una tesi molto chiara: lo sfruttamento e la messa a morte dei corpi animali sono parte integrante dell'ideologia e delle prassi di potere. La società in cui viviamo utilizza la carne dei non umani (e di chi a questi è equiparato) come materiale da costruzione per le sue architetture gerarchiche, al fine di riprodurre la struttura sacrificale su cui si erge. La risposta a questo orrore non può che tradursi in un antispecismo politico; un antispecismo che dovrebbe ibridarsi con le acquisizioni teoriche e pratiche degli altri movimenti di liberazione e, al contempo, guadagnare credibilità per smascherare l'antropocentrismo che in quelle acquisizioni si annida. Il movimento antispecista non è più chiamato a dimostrare l'inconfutabile sofferenza degli animali, ma a interrogarsi su come realizzare la liberazione dei corpi sensuali. È da qui che potrebbe prendere forma un movimento politico capace di non farsi assorbire nel ventre del sistema.