venerdì 26 maggio 2015
from 5.30 and on
Eventi Multipli
Dal piacere per il palato e dal benessere per il corpo, il caffè da sempre è anche un rituale che fa fluire il pensiero, occasione di socializzazione, intrattenimento e cultura. Con questi presupposti si apre la seconda parte di “Rimini Coffee Festival. Art Bar”, che associa il caffè alla riflessione letteraria, alla musica e allo spettacolo.
Dalle ore 17,30 ci saranno degustazioni, incontri e spettacoli organizzati da Popsophia e Rimini Fiera e con la partecipazione di Paolo Crepet e Marcello Veneziani, ospiti illustri di “Caffè Philo” e “Philoshow”. Caffè Philo sarà introdotto dalle degustazioni delle proposte dal coffee expert Andrej Godina e dal campione barista Eddy Righi, è il titolo di un incontro con lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet sul tema “La cura di sé: pensiero arte e cibo”, guardando all’EXPO.
Alle 21,30 si entra nel vivo “Philoshow”, uno spettacolo tra musica, cinema e pensieri sulla “Filosofia del caffè”, ideato da Lucrezia Ercoli con il filosofo, scrittore e giornalista Marcello Veneziani, con l’ensemble musicale Popsound, la voce recitante dell’attrice Chiara Pietroni e regia è di Marco Bragaglia.
Alle 23,30 è previsto Filofiction: caffè in pillole tra filosofia, cinema, serie tv.
“Philoshow è un viaggio alla riscoperta del caffè nell’immaginario culturale italiano da "Spaghetti pollo, insalatina e una tazzina di caffè" di Fred Bongusto a "Don Raffaé" di Fabrizio de André – anticipa Lucrezia Ercoli -. Al Rock Island ricreiamo l’atmosfera dei primi Caffè Filosofici, luoghi di incontro e di condivisione di idee. Tra degustazioni di caffè speciali e birre artigianali, il pubblico sarà accompagnato fino a notte inoltrata dalla proiezione delle scene più celebri del cinematografia italiana e internazionale che hanno proprio il caffè come protagonista principale”.
E a proposito di filosofia e caffè Marcello Veneziani scrive: “La filosofia al caffè è un modo per fare cultura popolare, educazione di vita; un gradino superiore al saper vivere che odora ancora di banale galateo e un modo per tornare alla tradizione, alle origini, quando la filosofia nasceva in piazza, su strada, e si mescolava tra la gente… Nell’occuparsi di filosofia per diletto c’è anche un tono lieve di civetteria; filosofare al caffè è un modo per giocare col pensiero, trastullarsi con la vita, la morte, l’immortalità, la conoscenza. È la risposta occidentale alla cerimonia del tè; non il suo opposto, ma la sua originale traslazione. La filosofia al caffè riscopre l’infanzia dell’intelletto e gioca col pensiero”.