Sport, arte e cultura insieme nel nome di Fellini

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015

Lo sport, l’arte e la cultura si incontrano nel nome di Fellini. E fanno del bene. Grazie agli incassi dello spettacolo di danza …è permesso, che si terrà Venerdì 17 luglio, alle ore 21,30, nella suggestiva cornice della corte dell’ex convento degli Agostiniani, potrà essere sostenuto il Progetto Special Crabs che dal 2005 opera per conto della società Basket Rimini Crabs. Il progetto è dedicato ai ragazzi diversamente abili di tutte le età, affetti da diverse forme di disagio psichico (ritardo mentale, autismo, sindrome di down, disturbi psichiatrici, etc..). Grazie al lavoro dello psicologo (e allenatore di basket) Massimiliano Manduchi e del suo staff, sono scesi in campo, in soli quattro anni, una settantina di ragazzi. <?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /?>

Con il ricavato della serata si acquisteranno i palloni, le reti, i birilli e tutto ciò che potrà essere utile alla realizzazione del progetto sportivo.

Lo spettacolo:

Gli allievi della scuola di ballo Le petits pas di Katia Tubini, supportati da alcuni attori formati alla Scuola del Teatro Stabile di Verona, metteranno in scena le fasi più significative del percorso artistico e personale di Federico Fellini a partire dalle sue prime esperienze alla redazione del giornale satirico Marc’Aurelio, alla collaborazione in alcuni programmi radiofonici, al cinema e al disegno; senza trascurare Giulietta Masina, la inseparabile compagna di vita.

Sullo sfondo, alcune immagini (di suoi disegni, di suoi film, di documentari a lui dedicati) saranno parte attiva della rappresentazione mentre le musiche di Nino Rota, Nicola Piovani, Gaetano Veloso, Vinicio Capossela e altri daranno vita ai movimenti coreografici ideati da Katia Tubini, curatrice anche delle scenografie e della regia insieme a Sandro Avesani.

Il titolo dello spettacolo si riferisce ad uno dei primi racconti firmati da Fellini per il “Marc’Aurelio” con lo pseudonimo Fellas, in cui il maestro racconta la sua entrata in redazione ironizzando sulla propria condizione di esordiente.