La Dolce Vita raccontata in una mostra

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015
In alcune delle stanze più suggestive di Castel Sismondo sarà allestita una mostra dedicata al capolavoro di Fellini che quest'anno compie mezzo secolo (la prima uscita nelle sale risale al 6 febbraio del 1960) e all’effetto dirompente che suscitò in Italia e nel mondo.

L'esposizione, dal titolo La dolce vita raccontata dalla Fondazione Fellini, realizzata grazie al contributo dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini, verrà inaugurata giovedì 24 giugno alle ore 18,00 e rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni,fino al 25 luglio, dalle ore 18 alle ore 24.

Attraverso un particolare allestimento fotografico, verranno evidenziati i risvolti più profondi dell’opera che segnò una svolta nella storia del cinema e del costume. Fellini intuì le tensioni, le contraddizioni, le suggestioni, i sogni di un’epoca che stava delineandosi e ne anticipò le peculiarità in un affresco pungente.


“Perché ho intitolato il film La dolce vita? Perché nonostante tutto, nonostante i personaggi drammatici, le situazioni anche penose, il senso di disagio crescente, gli stridori, le contraddizioni, lo smarrimento, la vita ha una sua misteriosa dolcezza”  (Federico Fellini)



La Mostra


Via Veneto. Entrando nel Castello alcune immagini rappresentano Fellini sul set di Via Veneto sapientemente ricostruito da Pietro Gherardi al Teatro 5 di Cinecittà. Nella “sua” Via Veneto il regista muove le sue pedine, Marcello e gli amici/colleghi delle notti romane, le star, i paparazzi invadenti. Emergono le atmosfere di una strada che grazie a Fellini diventa ribalta, passerella di personaggi bizzarri e contradditori.
Tavolini e sedie al centro della sala richiamano quelli dei caffè all'aperto delle notti romane, un invito a sostare per avvicinarsi ulteriormente alle suggestioni felliniane.


Le donne. La dolce vita raccontato dagli archivi Rizzoli. La musica. Proseguendo, le donne de La dolce vita dominano lo spazio della seconda sala. Accanto alla loro immagine, una dichiarazione delle interpreti sembra svelare il segreto della loro alchimia col regista, ma le icone che giganteggiano le riportano al loro ruolo di trionfali eterne maschere felliniane.

Molto significativa è la sezione dedicata al volume La dolce vita raccontato dagli archivi Rizzoli, una preziosa raccolta di ritagli stampa ordinata e riprodotta in un volume riccamente illustrato da cui emergono indiscrezioni, scandali, querelle culturali, risvolti psicologici e di costume legati alla realizzazione del film. Giuseppe Ricci per la Fondazione Fellini e Domenico Monetti per il Centro Sperimentale di Cinematografia, sono i curatori dell'imponente volume, realizzato grazie al recupero di materiale proveniente dalla Cineriz (la casa di produzione fondata da Angelo Rizzoli nei primi anni cinquanta), oggi conservato presso la Biblioteca “Luigi Chiarini” del Centro Sperimentale. Grazie ad un particolare allestimento emergerà un campionario di ritagli giornalistici che rievocheranno l'epoca del film. Un viaggio alla scoperta dell'Italia del boom, dei suoi miti, delle contraddizioni e di quanto La dolce vita abbia saputo coglierne le criticità.

Sarà possibile consultare, e acquistare, l'intero volume presso il grande book shop posizionato al centro della sala, dove si potranno trovare anche tutte le pubblicazioni realizzate fino ad ora dalla Fondazione Fellini.

Un prezioso montaggio di filmati e testimonianze d'epoca conclude la ricca sezione.

Una parte della mostra è dedicata alla musica del film e a Nino Rota, autore della colonna sonora. In esposizione anche alcuni cimeli tra cui la sceneggiatura originale.


Pierluigi Praturlon sul set del film: la terza sala comprende una sessantina di fotografie in bianco e nero, da negativi originali stampati all'epoca dallo stesso Praturlon. La collezione proviene dall'Associazione Culturale Cinemazero di Pordenone.
Praturlon, originario di Pordenone, fotografo famoso negli anni '60, documenta i momenti topici della lavorazione del film. Insieme a Tazio Secchiaroli, è il più importante fra coloro che ispirarono i personaggi dei paparazzi. Con il regista riminese ebbe un rapporto intenso e conflittuale. Dopo La dolce vita i due non collaborarono per molto tempo e il sodalizio riprese solo negli anni '70 con Amarcord (1973), Il Casanova di Federico Fellini (1976), Prova d'orchestra (1979), La città delle donne (1980), E la nave va (1983) e Ginger e Fred (1985), l'ultimo film che Pierluigi seguì interamente.



Info: Fondazione Federico Fellini, Via Nigra 26, 47923 Rimini

Tel. 0541 50303 – 085 Fax. 054157378

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